L'incendiaria

di Stephen King - euro 7,75 - pagine 408 - Sperling Paperback

La piccola Charlie McGee e suo padre Andy sono molto speciali: lei ha il potere di incendiare le cose con il pensiero mentre lui riesce a manipolare la mente delle persone. Proprio per questo motivo gli spietati agenti della "Bottega", un'organizzazione governativa che studia i fenomeni paranormali, hanno il compito di catturarli in modo che le loro capacità vengano messe al servizio degli Stati Uniti per scopi malvagi.

Comincia così, per Andy e la figlioletta, una fuga disperata verso la libertà. "L'incendiaria" è un discreto thriller ricco di azione con qualche dose di "sana" violenza. Pur non essendo uno dei migliori romanzi scritti da Stephen King, è sicuramente un libro piacevole leggere. Voto: 7,5

Incipit
"Sono molto stanca, papà", si lagnò la bambina in calzoni rossi e maglietta verde. "Non possiamo fermarci solamente per un poco?"
"Non ancora tesoro."
L'uomo era alto, aveva spalle larghe e portava una giacca di velluto a coste sopra robusti calzoni di cotone. Teneva per mano la bambina e quasi la trascinava su per la Terza Strada di New York con passo frettoloso, da fuggitivo. Furtivamente guardò indietro e vide che la macchina verde li tallonava ancora, procedendo a passo d'uomo, quasi a filo del marciapiede.
"Ti prego, papà, per favore!"
L'uomo la guardò e si rese conto di quanto era pallida, gli occhi cerchiati da profondi solchi neri. La prese in braccio e la sistemò alla bell'è meglio nell'incavo del braccio, sapendo, però, che non avrebbe potuto reggere a lungo la fatica: anche lui era stanco e Charlie cominciava a pesare parecchio.
Erano le cinque e mezzo del pomeriggio e la Terza Strada era intasata di traffico. Oramai avevano superato la Sessantesima e la vie laterali cominciavano a essere buie e meno affollate... ed era proprio questo che l'uomo temeva!
Investì una signora che spingeva un carrello pieno di borse della spesa. "Ehi, ma perchè non guarda dove mette i piedi, giovanotto?" esclamò e subito sparì, inghiottita dalla folla frettolosa.
Il braccio che sostenva il peso aveva cominciato a stancarsi cosicchè l'uomo passò la bambina nell'altro. Sbirciò di nuovo dietro di sè. La macchina verde era sempre lì, implacabilmente sulle loro orme, a una cinquantina di metri di distanza. Gli parve che ci fossero due uomini seduti davanti e forse un terzo dietro.
E ora che cosa faccio?
Non sapeva rispondersi. Era stanco, spaventato e faticava a pensare lucidamente. Quei bastardi l'avevano preso in un brutto momento e con tutta probabilità lo sapevano. L'unica cosa che desiderasse era sedersi sul gradino del marciapiede e urlare al mondo la sua frustazione e il suo terrore. Ma quella non era una risposta. L'adulto era lui. Toccava a lui riflettere per entrambi.