Crimeless

di Bruno Riccò - pagine 235 - euro 14,00 - Pendragon

Alex non è solamente un geniale programmatore ma è anche un killer molto particolare che lavora su commissione. Per uccidere non usa armi da fuoco, nè veleni e neppure esplosivi. Mediante accurati studi sulle abitudini delle persone che deve eliminare e grazie a sofisticati strumenti elettronici fa in modo che si verifichino degli incidenti mortali: le sue vittime agli occhi del mondo e della polizia sono state semplicemente uccise da fatali quanto casuali disgrazie.

Mentre un giornalista indaga su queste strane morti, un misterioso individuo prende di mira Alex utilizzando i suoi stessi mezzi. "Crimeless" è un intelligente thriller "hi-tech" scritto con mestiere da Bruno Riccò. La trama, senza dubbio originale e coinvolgente, sarà apprezzata anche da coloro che non amano i computer e le nuove tecnologie... Voto: 7/8

Incipit
Adesso era davvero stanco. Dopo aver lavorato senza interruzione per più di tre ore alla scrivania del suo studio, il presidente dell'Unione Industriali della Germania, Horst Weber, sentiva che gli occhi si stavano facendo pesanti e capì che era ora di andare a riposare. Così, si tolse gli occhiali, li ripose ordinatamente in un elegante astuccio di cuoio e chiuse con cura la cartella dei fogli che aveva studiato per tutta la sera. Infine si alzò dalla scrivania, diede un'occhiata tutt'intorno per controllare che nel suo studio fosse tutto a posto, e uscì dalla stanza, spegnendo la luce.
In fondo, la coincidenza dell'assenza di sua moglie e della domestica che si era verificata quella sera non gli era dispiaciuta più di tanto. Anzi, gli aveva dato modo di studiare quel fascicolo sulle diffocoltà delle esportazioni tedesche in Estremo Oriente, che aveva stazionato inutilmente per qualche giorno sulla sua scrivania. Invece, nella quiete di casa e senza le solite formalità del suo matrimonio da tempo svuotato di ogni reale contenuto affettivo e sentimentale, aveva potuto dedicare l'intera serata al lavoro, col piacere, per giunta, di buona musica di sottofondo.
L'unica distrazione era stata una telefonata della figlia, da molti anni sposata e ormai trasferitasi a Norimberga, con la quale aveva anche scherzato sulla situazione.
"Helena è dovuta tornare in Polonia per qualche giorno, per assistere la sorella che sta molto male e tua madre ne ha approfittato per andare a trovare un'amica che abita a quaranta chilometri da qui..." aveva spiegato.
"E non ti senti solo in casa senza nemmeno la donna di servizio?" aveva chiesto la figlia.
"Al contrario" aveva risposto lui. "Mi sono accorto di quanto si stia bene senza nessuno che ti faccia perdere tempo in sciocchezze. E poi è stata anche una piccola fortuna, perchè altrimenti non avrei saputo come studiare un certo fascicolo che mi interessava. In effetti, sono stato io ad insistere perchè la mamma andasse a trovare la sua amica.
Lei era incerta, non voleva abbandonarmi per la serata... ma io ho insistito e finalmente l'ho convinta... E non me ne sono affatto pentito".
"Ma non c'è nemmeno Helena!" aveva obiettato la figlia, senza troppa convinzione.