di Robert Bloch - pagine 237 - euro 7,20 - Tascabili Bompiani
Jack lo Squartatore, il serial killer più famoso della cronaca nera, è un terribile criminale che continua, ancora oggi, ad affascinare morbosamente l'opinione pubblica. Nell'arco degli anni sono stati fatti studi e inchieste di ogni tipo ma la sua vera identità rimane tuttora un enigma. Robert Bloch, basandosi su fatti reali, racconta in questo romanzo tutti i dettagli della vicenda: gli atroci delitti, le indagini di Scotland Yard e un sorprendente finale che risolve in modo fantasioso tutti i misteri della storia.
Nel degrado di una cupa Londra vittoriana i due protagonisti, l'ispettore Abberline e il suo amico medico, tentano con ogni mezzo di catturare Jack lo Squartatore, un mostro spietato che, all'apparenza, sembra davvero inafferrabile. Al lettore non verranno risparmiati i raccapriccianti particolari degli omicidi poichè il sangue e la violenza sono gli ingredienti principali di questo libro. Jack lo Squartatore è un thriller a tinte forti che vi consigliamo assolutamente di leggere. Voto: 8/9
Incipit
La notte del 5 agosto 1888 Eva Sloane uscì dal Paragon Music Hall ed emerse
all'inferno.
L'inferno è buio.
Lo scrisse Shakespeare molto tempo fa, ma avrebbe potuto usare le stesse parole per
descrivere Londra.
Sotto la cappa nera di fumo che avvolgeva la città, le luci a gas brillavano gettando
bagliori come le anime perdute che vagavano per le strade scure degl'inferi.
Qui abitavano i demoni: spalatori ubriachi che barcollavano verso i poppatoi, perdigiorno
nascosti nei bassifondi, damerini imbellettati a caccia di lucciole.
Eva si domandò come avrebbe reagito suo padre se glielo avesse detto. Con tutta
probabilità un rispettabile vicario di campagna non era tenuto a sapere che un poppatoio era una birreria, che i perdigiorno erano degli oziosi, i bassifondi degli alloggi a buon mercato, e damerini imbellettati a caccia di lucciole erano
signori eleganti in cerca di prostitute.
Ma qualche mese in città le aveva insegnato il linguaggio di strada e la frequentazione
dei teatri di varietà non aveva fatto che migliorarne la conoscenza.
Papà non approvava i teatri di varietà. Se era per questo, non approvava neppure Londra.
E non sapeva niente dell'Inferno, benchè ne mettesse in guardia i parrocchiani nelle
prediche domenicali. Sarebbe rabbrividito se avesse visto la realtà con i suoi occhi!
Adesso Eva teneva lo sguardo abbassato con discrezione, mentre si affrettava lungo il
marciapiede. L'esperienza le aveva insegnato a non mostrarsi appariscente e a evitare
incontri casuali con estranei. Forse avrebbe fatto meglio a fermare una carrozza, uscendo
dal Paragon, ma era troppo tardi e tutte le vetture erano occupate. La sola cosa giusta da
fare era percorrere la strada il più in fretta possibile.