di Herbert George Wells - pagine 185 - euro 9,30 - Mursia
Primi anni del XX secolo. Un misterioso cilindro di metallo, proveniente da Marte, precipita nella tranquilla campagna inglese, suscitando così la curiosità della gente. Lo stupore iniziale si trasforma in puro orrore nel momento in cui, dallo strano oggetto, escono delle creature tutt'altro che pacifiche; i marziani infatti, grazie all'ausilio di armi letali e fantascientifiche, danno inizio ad un vero e proprio sterminio del genere umano.
Caos, morte e distruzione regneranno sovrani nel mondo che rimarrà ai supertisti. Scritto nel 1897 da H.G. Wells, "La guerra dei mondi" è un grande romanzo di fantascienza, narrato in uno stile unico e geniale. Wells dirige magistralmente la cronaca degli eventi, accompagnando il lettore in una sorta di incubo apocalittico che sembra non avere fine. Splendido e pur nulla scontato il finale. Da leggere assolutamente! Voto: 9
Incipit
Alla fine del XIX secolo nessuno avrebbe creduto che le cose della terra fossero
acutamente e attentamente osservate da intelligenze superiori a quelle degli uomini e
tuttavia, come queste, mortali; che l'umanità intenta nelle proprie faccende
venisse scrutata e studiata, quasi forse con la stessa minuzia con cui un uomo potrebbe
scrutare al microscopio le creature effimere che brulicano e si moltiplicano in una goccia
d'acqua. Gli uomini, infinitamente soddisfatti di se stessi, percorrevano il globo in
lungo e in largo dietro alle loro piccole faccende, tranquilli nella loro sicurezza
d'esser padroni della materia. Non è escluso che i microbi sotto il microscopio facciano
lo stesso. Nessuno pensava minimamente che i più antichi mondi dello spazio potessero
rappresentare un pericolo per gli uomini, o pensava ad essi soltanto per escludere la
possibilità o anche solo la probabilità che esistesse sulla loro superficie una
qualunque forma di vita. E' curioso ricordare alcune idee di quei giorni lontani. Gli
abitanti del nostro pianeta si figuravano al massimo che su Marte potessero esserci altri
uomini, forse inferiori a loro e pronti ad accogliere a braccia aperte una missione di
civilizzazione. Tuttavia, di là dagli abissi dello spazio, menti che stanno alle nostre
come le nostre stanno a quelle degli animali bruti, intelletti vasti, freddi e spietati
guardavano la terra con invidia e preparavano, lentamente ma con fermezza, i loro piani
contro di noi. E agli inizi del XX secolo si ebbe il grande disinganno.
Il pianeta Marte - è appena necessario ricordarlo al lettore - gira intorno al sole a una
distanza media di duecentoventicinque milioni di chilometri, e riceve dal sole esattamente
la metà della luce e del calore che riceve il nostro mondo. Quel pianete deve essere, se
l'ipotesi delle nebulose è esatta, più vecchio del nostro, e il corso della vita deve
essere cominciato sulla sua superficie molto prima che la terra avesse finito di
solidificarsi. Il fatto che il suo volume sia appena un settimo di quello della terra deve
avere accelerato il suo raffreddamento fino alla temperatura in cui la vita può avere
inizio. Esso è provvisto di aria e di acqua, e di tutto ciò che è necessario al
mantenimento dell'esistenza animale.