Grottesco

di Patrick McGrath - pagine 214 - euro 13,43 - Adelphi

Crook è una splendida villa cinquecentesca situata nella verde campagna inglese ed è qui che vi abita la famiglia Coal. Sir Hugo, il capofamiglia, oltre ad essere un pessimo marito, è anche un uomo burbero, antipatico e intrattabile, il suo unico interesse è lo studio della paleontologia. L'arrivo di Fledge, il sinistro maggiordomo di Crook, condurrà la famiglia Coal, ed in particolare Sir Hugo, ad imprevedibili risvolti drammatici.

"Grottesco" è un romanzo non facilmente etichettabile in nessun genere letterario, la raffinata narrazione di McGrath passa in modo disinvolto dalla commedia nera al thriller, dalle tetre atmosfere gotiche al dramma vero e proprio. "Grottesco" è senza dubbio un'opera originale e da leggere assolutamente. Voto: 8/9

Incipit
Ho avuto molto tempo libero, negli ultimi mesi, per riflettere sul mio primo incontro con Fledge e sul perchè egli abbia sviluppato nei miei confronti un'antipatia così immediata e intensa. Maggiordomo, a mio parere, si nasce, non si diventa; le doti di un bravo maggiordomo - deferenza, capacità, un certo servilismo dignitoso - sono qualità caratteriali che si manifestano nelle culture in cui da secoli esiste, sostanzialmente indisturbata, una gerarchia sociale stabile. E' raro, ad esempio, trovare un bravo maggiordomo in Francia, e un bravo maggiordomo americano è una contraddizione in termini. Fledge non è un maggiordomo nato: non è deferente per natura, nè gli è naturale servire. Nel suo intimo, anzi, credo che nutra un furibondo risentimento per il fatto di dover svolgere questo lavoro. Non che la sua condotta lasci trapelare qualcosa; eppure, quel qualcosa c'è, eccome. Con il tempo mi è apparso chiaro non solo che egli si sentiva umiliato dalle sue mansioni, ma che verso di me covava un antagonismo feroce proprio perchè ne ero io lo strumento. D'altro canto, io non mi sono mai dimostrato particolarmente cordiale: se quest'uomo entra in casa mia da maggiordomo, ho pensato, da maggiordomo lo tratterò. Come potevo indovinare fino a che punto lo avrebbe spinto l'ambizione?
Ho ricostruito tutto ciò da quando mi trovo costretto su una sedia a rotelle. Allora avevo unicamente la sensazione che quell'uomo emanasse qualcosa e ricordo di aver pensato che, quand'anche fosse stato un pò indocile, un pò bolscevico, se rendeva felice Harriet potevo senz'altro sopportare un'ombra di pacato rancore, fintanto che, naturalmente, fosse rimasto pacato. Dopotutto, mi dicevo, che rapporti ho con lui? La maggior parte del tempo la passavo nel fienile insieme alle mie ossa e, quando ero in casa, ricorrevo a lui soltanto perchè mi mettesse sotto il naso un piatto con qualcosa da mangiare e un bicchiere con qualcosa da bere. Che resti pure bolscevico, mi dicevo (senza peraltro il minimo altruismo), se fa felice Harriet. Da esperto di ironie della vita quale sono, non posso non riconoscere adesso quanto gustosa sia quella che ho appena rievocata.