Ator il guerriero di ferro

Regia: Alfonso Brescia
Nazione: U.S.A.
Anno: 1987

TRAMA

In un mondo passato, dove esiste ancora la magia e il male vuole il predominio assoluto, un guerriero alzerà la sua spada per difendere l'intero universo dal male dilagante.

RECENSIONE

No, no no. Non ci siamo assolutamente. Cos' è questo? Questo Ator, il guerriero di ferro è forse un richiamo del più famoso cimmero barbaro, Conan? Speriamo di no, anche perchè di barbaro e di mondo pre-post-fantasy (o quello che è) questo non ha assolutamente nulla. Alfonso Brescia dirige questo filmetto con un monoespressivo protagonista zigomato che passa il suo tempo a bardarsi senza motivo il volto con una kefia e a coprirsi le spalle con un'accozzaglia di pellicce sintetiche, anzicchè cederle galantemente alla compagna, perennemente solo vestita di veli rigorosamente trasparenti. La cattiva, che dovrebbe essere forza portante del film è l'elemento più insulso e fastidioso, infastidisce il protagonista con prove al limite dell'inventiva dei novizi di dungeons and dragons, e nel contempo irrita lo spettatore perchè semplicemente rompe le scatole con la sola presenza. E fa cose insensate, già. Una vecchia pazza (non me ne vogliano le vere megere ma questa è un insulto all'idea classica di strega) che fa la cattiva semplicemente perchè...perchè si, non c'è altro motivo, clichè che più classico non si può, come la principessa da salvare che passa quasi tutto il film o legata o in pericolo, e questo monoespressivo guerriero di ferro (?) per salvare il mondo dal male deve necessariamente salvare questa sacrosanta principessa. Che altro dire? Effetti "magici" più che scadenti e trovate al limite dell'assurdo per far andare avanti la storia, un sicario della cattiva con il potere di apparire e sparire nei momenti più opportuni per movimentare un pò il tutto, senso di azioni e combattimenti praticamente nullo...questo non è un film, signori. E' una sfilata di prova per la pubblicità della ceratta veet e per stracci all'ultima moda Armani, barbaro pezzente è il nuovo trend dell'anno. Risparmiatevene la visione, anche se andate pazzi per il genere post-apocalittico/pseudo-fantasy e compagnia. Non è nè l'uno, nè l'altro, sembra voler essere una copia mal riuscita dell'ancor più mal riuscito Masters of the Universe con Dolph Lungred... inguardabile, incomprensibile, impossibile e impensabile che lo abbiano prodotto e addirittura tradotto in Italia. E il finale senza senso con allusioni più che esplicite? Mha... di una inutilità e non-sense memorabile.
Voto: 2
(John Smith)