Amityville possession

Regia: Damiano Damiani
Casti: James Olson, Burt Young, Rutanya Alda
Anno: 1982

TRAMA

Una famiglia si trasferisce in una nuova casa; non passerà molto prima di scoprire che la loro casa dei sogni è animata da una forza malvagia.

RECENSIONE

Classico, prevedibile e scontato. Questo ennesimo ritorno alla straposseduta casa di Amityville è quanto di più standard possiate trovare sul genere "case maledette". Datato 1982 questo Amityville Possession ripercorre la trama basilare di ogni casa con annessa malignità al suo interno. Si dovrebbero citare per danni gli agenti immobiliari, avvertite queste povere famigliole che la villetta che stanno comprando costa quanto un buggigattolo perché ci sono morte decine di persone! Un pò di onestà... almeno se accettano di comprarla lo spettatore può dire che se la sono cercata, altrimenti la colpa viene sempre data ai venditori senza scrupoli. Ma anche gli acquirenti... se costa così poco ci sarà un motivo, no? Comunque, la famiglia si trasferisce e qui capiamo subito che quella che all'apparenza sembra essere una allegra famiglia composta da genitori e quattro figli, in realtà è tiranneggiata da un padre-padrone grezzo e violento che non perde un'occasione per cinghiare e malmenare tutti i componenti della famiglia. Sin dall'inizio il padre suscita astio in tutta la prole, ma anche nello spettatore, che memore dell'esperienza filmica e della trama risaputa arriverà a tifare per il primo demone o pazzo posseduto che eliminerà l'uomo. Se si chiama Amityville Possession almeno questo è scontato. Inoltre, questo caro e affettuoso padre di famiglia ha un rapporto di odio & odio nei confronti del figlio più grande, Sonny, un ragazzo magrolino e perennemente imbronciato e represso. L'unica persona con cui sembra andare d'accordo è la sorella minore, in piena pubertà. Non per fare spoiler ma il primo pensiero che verrà in mente a coloro che vedranno il film riguardo ai due fratelli è quello giusto, questo perchè è tutto dannatamente prevedibile, chiunque si potrà vantare di essere veggente durante la visione. Il male, tanto per essere originali, si nasconde in cantina, dietro un pannello scorrevole dove al suo interno si trovano terra, vermi, mosche e sangue oltre alla fossa biologica, a detta del tecnico che ha avuto l'ardire di entrarvi. Non si capisce bene se è la forza maligna a peggiorare i residenti o comportarsi così è loro abitudine, comunque non si perde tempo ed assistiamo subito a manifestazioni sovrannaturali come rumori nel cuore della notte, mani invisibili, murales realizzati al volo a cui ovviamente il padre darà la colpa ai figli più piccoli. E qui Sonny, il figlio maggiore, fa la cosa che tutti aspettavano con trepidazione: prende il fucile e lo punta alla testa del padre. Ma la madre si mette in mezzo, facendo da paciere per tutti. Qualche momento felice, e poi si ritorna a Sonny, che sente una voce nel walkman che lo rimprovera per non aver sparato al suo vecchio. Nuovo giorno; la madre porta la famiglia in chiesa (tranne il padre che a quanto pare non crede in queste cose) ma conscia che qualcosa nella casa non va, chiede al parroco di fare un sopraluogo e benedire l'abitazione. Il parroco arriva, e l'uomo di casa lo accoglie con tutta la cordialità di cui è capace. Oltre all'odio per i preti al maligno non devono piacere i bambini, perché attende che i piccoli siano soli in cucina e ne approfitta per far volare tutto il contenuto del frigorifero in giro per la stanza, conscio che il padre darà nuovamente la colpa a loro; e ha ragione, ovviamente. Ancora una volta la madre convince tutta la famiglia, padre su tutti, ad andare a chiedere scusa al prete in piena notte, mentre Sonny decide di rimanere solo a casa. Inutile dire che sarà un grande errore dato che l'entità malvagia ne approfitterà per spiarlo da vicino (tanto è invisibile) e metaforicamente violentarlo(?) e quindi possederlo. Come se fosse una cosa assolutamente non prevedibile, Sonny inizia a provare sentimenti malsani per la sorella, arrivando a chiedergli di posare nuda come modella per lei e facendole complimenti... e via con l'incesto. Certo, tra fratello e sorella ci si comporta così, è assolutamente normale; Sonny è posseduto per fare questo ma lei lo accetta di buon grado, e se all'inizio va a confessarsi dicendo che quello che hanno fatto era per disonorare il padre (testuali parole) poi è lei stessa ad offrirsi al fratello, mentre quest'ultimo è in piena possessione e con le ultime volontà di fratello perbene le intima di andarsene. La possessione si manifesta con bozzi e gonfiori sulle braccia e sul volto di Sonny, realizzati alquanto discretamente, ma la sua forma finale è la copia maschile della bambina dell'esorcista: ora completamente corrotto e deformato, prende il fucile e fredda tutta la famiglia. Il parroco, da buon uomo di chiesa, dal principio si era completamente disinteressato della famigliola e delle richieste di aiuto della ragazza, ma dopo la loro morte, forse colto da sensi di colpa, decide di liberare Sonny dalla possessione, tentando così di scagiornarlo dall'accusa di omicidio plurimo. Inizia così la crociata del parroco, che deve prima vedersela con la freddezza dei grandi capi della chiesa, del tutto indifferenti all'accaduto, e poi con i problemi giuridici: la possessione non è un'attenuante all'omicidio. Così, con l'aiuto di un medico di colore (citazione necessaria, nel film sono tutti fin troppo bianchi) riesce a portare Sonny fuori dall'ospedale psichiatrico dove lo avevano rinchiuso. Ma il ragazzo, da bravo adepto di Satana fuggirà nella sua vecchia dimora, la casa maledetta appunto. Il prete, armato di coraggio e aspersorio, affronterà il giovane posseduto e durante la benedizione finale, mentre Sonny cambierà pelle rivelando il demone sottocutaneo viscido e gommoso, il parroco griderà "lascia lui prendi me!" Fin quando teatralemente Sonny si rialzerà come per magia in posa da crocecifissione e verrà portato via dall'amico del prete, giunto magicamente sul luogo dello scontro dopo aver sentito provvidenzialmente un poliziotto all'ospedale che informava i colleghi della fuga del giovane. Il film si conclude molto prevedibilmente con il prete che seduto a terra inizia a manifestare i gonfiori della possessione, e chiude la visione con la citazione biblica padre, perché mi hai abbandonato? Prevedibile e scontato.
Voto: 3
(John Smith)