In compagnia dei lupi

Regista: Neil Jordan
Cast: Angela Lansbury, David Warner, Sarah Patterson
Nazionalità: Gran Bretagna
Anno: 1984
Durata: 95 minuti

RECENSIONE

Rosaleen è una ragazzina che passa buona parte del suo tempo a dormire, cercando così di evadere dalla monotonia della vita quotidiana rifugiandosi nel mondo dei sogni. Qui la giovane vive in un mondo fiabesco, antico, un mondo fatto di segreti e misteri, dove si ha ancora paura dei boschi e delle creature che vi si nascondono. Ma non c'è nessuna creatura mitica, solo il mostro per eccellenza: il lupo.

Ed è proprio in questo sogno che inizia il film.
Particolare come genere, una sorta di favola cinematografica. Tra gli attori spiccano di rilievo Angela Lansbury (entrata nella storia come La Signora in Giallo) nei panni della nonna, il padre di Rosaleen, David Warner, e una giovanissima Sarah Patterson nei panni della protagonista.
E per mettere da subito in chiaro che non si tratta della tipica favoletta per bambini, si inizia con l'omicidio della sorella di Rosaleen da parte di un lupo. Tratto dalla raccolta di favole "La Camera di Sangue e altre Storie" dalla compianta scrittrice Angela Carter, questo film riesce a stupire e affascinare per simboli visivi e contrasti, sul confine tra innocenza/malizia, carnalità/pericolo. La storia scorre piacevole, anche se l'onnipresente simbolismo potrebbe apparire un po' pesante. Ma è una favola, quindi ha senso che sia piena di significati non proprio nascosti. Tutti sanno che cappuccetto rosso viene mangiata dal lupo, ma pochi sanno che nell'originale nessun giugeva a salvare la piccola uccidendo il lupo, mai fidarsi degli sconosciuti, questo era il terribile monito.
E questa favola filmica non è da meno. I lupi peggiori sono quelli che hanno il pelo dentro, è solita ripetere la nonna a Rosaleen, che cerca di comprendere l'enigmatica frase, a volte riuscendovi quasi, altre invece ignorandolo deliberatamente, nella sua giovane e maliziosa innocenza. Sì, perché Rosaleen è una adolescente in pieno sviluppo, e Jordan non manca di farcelo notare con il perenne colore rosso delle labbra, e dai primi goffi tentativi di approccio da parte di un coetaneo, che, anche se ancora nei limiti del gioco, cerca comunque un contatto, un senso di possesso sulla ragazza, ingenuamente e senza saperne neanche lui il motivo.
La nonnina poi, ce la mette tutta per proteggere la nipotina dai pericoli del mondo e degli uomini, e più volte deve fisicamente forzarla a restare sulla strada conosciuta, un sentiero brullo e noioso, mentre i sentieri sconosciuti sono colmi di fiori e frutti che attirano la giovane. Tra novelle di intermezzo, una più accattivante dell'altra, si arriva al momento in cui Rosaleen ed il giovane vanno nel bosco. Ma qui mentre lei lo provoca, forse inconsapevole, forse no, il giovane sente il richiamo della carne, e cerca di baciare Rosaleen, che però fugge. Lei preda, che ride e si nasconde giocando, lui rabbioso mentre la cerca, carico di desiderio violento. Non riuscendola a trovare, il giovane se ne va. E Rosaleen diventa donna, avvicinandosi ad un albero da cui spunta un ramo fallico, su cui la giovane si arrampica, fino a trovarne sulla cima un nido di uccello, al cui interno vi sono un rossetto e uno specchio, con simbolismi annessi, oltre che uova con bambini di terracotta all'interno.
Molto simbolico, certo. Ma il lupo? Un lupo viene cacciato ed ucciso, ma la favola si conosce, deve arrivare Il Lupo ad insidiare cappuccetto rosso. Ed Il Lupo arriva, sotto le sembianze di un inquietante e galante cacciatore. Ed insidia con la seduzione la giovane, che ne rimane affascinata.
Sa che non dovrebbe seguirlo, ma ne è comunque attratta. Perché il fascino del cattivo è forte, e sfocerà nella comprensione della frase della nonna quando sarà troppo tardi. Ma anche qui, colpo di scena, perché è vero che i lupi peggiori sono quelli che hanno il pelo dentro, ma è anche vero che i lupi possono piangere. E via con l'enigmatico finale.
Voto: 7,5
(John Smith)