La macchina nera

Titolo originale: The Car
Regia: Elliot Silverstein
Cast: James Brolin, Kathleen Lloyd, John Marley, John Rubistein
Produzione: Usa
Anno: 1977
Durata: 86 minuti

TRAMA

A Santa Ynez, una polverosa cittadina nel Nuovo Messico, una grossa automobile nera travolge e uccide due ciclisti. Alla polizia locale, soprattutto al vicesceriffo Wade Parent, non sembra un incidente casuale. Infatti, ben presto il grosso automezzo, apparentemente senza nessuno a bordo, fa il suo ritorno seminando morte tra gli abitanti.

RECENSIONE

Nel 1977, gli sceneggiatori de La macchina nera sono sicuramente rimasti molto colpiti da un regista che si stava formando proprio in quegli anni, un ragazzo che aveva capito molte cose, che ha rivoluzionato il mondo di Hollywood con un paio di film di tensione pura: Duel e Lo squalo. Il ragazzo si chiama Steven Spielberg e La macchina nera è un grosso mix tra i due film citati.
Lo "squalo" in questione è una grossa automobile nera, dai vetri opachi, senza marca nè targa che si aggira minacciosa in una cittadina nel deserto americano lasciandosi alle spalle terrore e morte, proprio come faceva il grosso pesce assassino di Spielberg nei mari di Amity Island. E' inoltre impossibile non parlare anche di Duel dato che le analogie si sprecano: un grosso mezzo di trasporto che crea panico e morte nelle strade della provincia americana.
La sostanziale differenza tra questo film e i due capolavori sopraccitati è però evidente: se in Duel era la follia dell’uomo a governare il camion impazzito e ne Lo squalo si trattava di natura fuori controllo, ne La macchina nera siamo di fronte a qualcosa di soprannaturale, qualcosa di pauroso, di inspiegabile e nella scena finale si può intuire di chi (o di cosa) si sta parlando.
Visto con gli occhi di un adulto abituato alle mega-produzioni di adesso potrebbe risultare piuttosto ripetitivo: ad esempio, nonostante l'impeccabilità della messa in scena e alcuni momenti con una buona tensione (la scena della parata), ci si annoia durante le scene di inseguimento velocizzate in maniera ridicola, oppure nella trama stessa che ha poco da raccontare se non una discreta idea dilatata per quasi un'ora e mezza di film.
Tuttavia negli anni ottanta era spesso trasmesso dalle reti televisive ad orari accessibili a tutti e sono certo che una generazione di bambini, almeno una volta, si è imbattuta in questo film e, come il sottoscritto, di questo film ha avuto paura.
A distanza di oltre trent'anni, questi bambini ormai cresciuti, lo considerano un cult.
E sono altrettanto sicuro che in quegli anni, quando per strada si vedeva una grossa auto nera in lontananza, almeno una volta tutti hanno pensato che al volante non c’era un uomo, ma il diavolo.
Voto: 6
(Andrea Costantini)