The chasing world

Titolo originale: Real Onigokko (Riaru onigokko)
Regia: Issei Shibata
Cast: Takuya Ishida, Mitsuki Tanimura, Shunsuke Daitô, Rio Matsumoto, Mitsuru Fukikoshi, Akira Emoto, Suzunosuke
Nazione: Giappone
Anno: 2008
Durata: 98 minuti

TRAMA

In Giappone una serie di misteriosi eventi provoca la morte di un certo numero di persone il cui unico elemento in comune è il nome Sato. Tsubasa Sato, uno studente liceale, mentre cerca di sfuggire all'agguato di alcuni compagni di classe, si ritrova in un universo parallelo. In questa versione del mondo è in atto una caccia a tutti i portatori del nome Sato che durerà una settimana, alla fine della quale chi riesce ad eludere i cacciatori potrà sperare di salvarsi. Quando Tsubasa vede una ragazza morire per mano dei cacciatori scopre che alla morte in questo universo corrisponde quella nel mondo da cui lui proviene. A questo punto incontra la versione parallela di sua sorella e quella del suo vecchio rivale insieme ai quali tenta di sfuggire ai cacciatori.

RECENSIONE

Tratto da un libro di successo, "The chasing world" è un convincente esempio di fanta/horror girato con pochi mezzi ma con un buon uso degli attori e un'onesta regia.
Il plot ricalca le angosce esistenziali dei vari "Matrix" combinandole efficacemente con la sottile e mai del tutto risolta questione dell'origine divina degli imperatori. Il protagonista è un giovane antieroe sfuggito alla guerriglia scolastica per finire tra le grinfie di una divinità, che lo coinvolge insieme a tutta la sua famiglia in una sorta di battaglia cosmica.
L'ambientazione è appena un po' più cupa della realtà attuale, e l'imperatore che lancia la caccia ai Sato soffre dello stesso destino incorso a quello giapponese: la mancanza di una reale invincibilità. Il sottile riferimento alla mancanza di doti soprannaturali del potere imperiale permea la pellicola rivelando all'interno del racconto una insospettata vena critica verso la storia del paese.
A parte la notevole caratterizzazione culturale offerta da questo spunto neanche tanto subliminale, la storia scivola in maniera piuttosto lineare sui binari tracciati da anni di fantascienza sugli universi alternativi, e con in più una bella svolta horror data dalla cattiveria delle motivazioni che spingono il gioco e dalla impossibilità di sfuggire al proprio destino.
Il concetto dominante nell'intero racconto è quello di una reale impossibilità di sfuggire alle proprie battaglie e alla propria storia. I protagonisti sono inseguiti e cacciati a causa di una vendetta cosmica, voluta da un dio completamente anaffettivo che poco ha in comune con la propaganda che vuole l'imperatore come un preoccupato padre dei propri sudditi. E se i giovani hanno poche occasioni di sfuggire alle guerre dichiarate da altri, l'unico raggio di luce è dato dalla possibilità che, qualche volta, qualcuna di queste guerre possa esser vinta da chi mai avrebbe desiderato combatterla e certo per nessun motivo l'avrebbe dichiarata.
La recitazione appare convincente e senza eccessi, mentre la regia regala un omaggio ai film di genere con in più una consapevolezza dei limiti di budget che rende il racconto realistico e allo stesso tempo piacevolmente didascalico. Le scene della città notturna e della pioggia che sempre affligge questi scenari devono molto ai capostipiti del genere, ma senza sottrarre per questo nulla all'efficacia degli accorgimenti adottati.
In definitiva si tratta di una prova riuscita che consigliamo vivamente agli amanti delle storie nere che non necessitano di uso massiccio della computer grafica.
Voto: 6
(Anna Maria Pelella)