The body

Titolo originale: Body sob 19
Regia: Paween Purijitpanya
Cast: Arak Amornsupasiri, Ornija Lamwilai, Kritteera Inporwijit, Patharawarin Timkul
Produzione: Thailandia
Anno: 2007
Durata: 125 minuti

TRAMA

Il giovane Cholasith, un ragazzo che abita con la sorella, inizia da essere ossessionato da strane allucinazioni e da incubi ricorrenti, tra cui quello dello spettro di Dararai, una donna assassinata in cerca di vendetta. Oscillante tra sogno e realtà e terrorizzato dalle ricorrenti visioni del cruento assassinio della donna, Cholasith cercherà di scoprire la verità, con esiti del tutto inaspettati.

RECENSIONE

Vagamente ispirato alla storia di Wisut boonkasemsanti, un ginecologo thailandese che nel 2001 uccise la moglie e ne sparse i resti per tutta Bangkok, “The body” è la grande sorpresa dell’Horror Day del 10° Far East, e lascia dimenticare la parziale delusione provata davanti all’attesissimo “The guard post” e al loffio “The screen”. Se siete convinti che sia davvero impossibile dire qualcosa di nuovo sfruttando i consueti paraphernalia dell’horror asiatico, ovvero spettri femminili vendicativi, ipnosi, schizofrenia e personalità multipla, ricredetevi. La sceneggiatura di Chookiat Sakweerakul, già regista del riuscitissimo “13 beloved”, sminuzza minuziosamente tutti i luoghi comuni del genere, per poi infondergli nuova vita e ricomporli in un disegno singolare e inatteso, brillantemente coadiuvato dalla regia del giovanissimo Paween Purijitpanya, che non ha paura di affondare il piede sull’acceleratore nei numerosi e virulenti momenti ipersplatter. Brutale ed energica disarticolazione dell’ovvio, “The body” è anche il primo horror asiatico ad utilizzare massicciamente gli effetti CGI (della Digital Magic), non solo nelle scene più prettamente horror, ma anche, più sommessamente ed in maniera insinuante, in alcune scene di esterni, come quella della corsa in macchina di Cholasith con la sorella, creando una sensazione di spaesamento e la perdita di ogni punto di riferimento stabile. Completamente disancorati dalla realtà oggettiva, i personaggi sono immersi in un’atmosfera surreale, da acquario, bruscamente sferzata da staffilate di gore e da manifestazioni perturbanti efficacissime, come l’inquietante gatto nero in CG che si nutre di sangue, che si accompagna al rancoroso fantasma. Il maggior merito del film è proprio quello di costruire con sapienza una dimensione parallela, ambigua e dalla fisicità quasi tangibile, pregio che fa guardare con benevola indulgenza a qualche occasionale caduta di stile, come il grottesco mascherone in avanzato stato di decomposizione della defunta Dararai o i bulbi oculari che esplodono nelle orbite in stile B-Movie americano.
Un luna park dell’orrore di rara coerenza formale, dove la pittoricità ben poco fotorealistica dell’effetto speciale è paradossalmente un punto di merito, e contribuisce alla creazione di uno spazio totalmente “altro” di alterata percettività sensoriale. La regia di Paween Purijitpanya, di veemente irruenza, lavora sull’inquadratura spiazzante, qualcuna di lampante derivazione videoludica, lasciando campo libero ad aggressivi grandangoli, mentre l’illuminazione livida e innaturale del direttore della fotografia Somboon Phopituckul annega le figure nel caos digitale prossimo venturo. Inoltre “The body” può vantare una buona prestazione di tutti gli attori, da Arak Amornsupasiri, della band thailandese “Slur”, nella parte di Cholasith alla magnetica e bellissima Patharawarin Timkul (vista in “Bangkok dangerous”) nel ruolo di Dararai, ed un National Film Award ottenuto per i migliori effetti speciali, tutti meriti che lasciano ben sperare nel futuro della cinematografia thailandese, dove iniziano ad emergere giovani di talento oltre ai soliti (e bravissimi) Pen-Ek Ratanaruang e Apichatpong Weerasethakul.
Voto: 7
(Nicola Picchi)