Nightmare detective

Titolo originale: Akumu Tantei
Regista: Shinya Tsukamoto
Cast: Masanobu Ando, Yoshio Harada, Hitomi, Ryuhei Matsuda, Ren Osugi
Sceneggiatura: Shinya Tsukamoto
Anno: 2006
Nazionalità: Giappone
Durata: 134 minuti

TRAMA

Una detective è incaricata di indagare su due misteriosi casi di suicidio, l’unico elemento comune sembra essere un numero digitato al cellulare poco prima della morte. La situazione precipita quando lei decide di digitare il numero e, con l’aiuto di un indagatore dell’incubo che entra nei sogni delle persone, entra in contatto col misterioso personaggio che risponde al telefono...

RECENSIONE

Una detective coi tacchi a spillo nella piovosa Tokyo di Tsukamoto può avere una vita difficile; se persino i suicidi non sono come appaiono poi, è sicuro che avrà filo da torcere. Prima di tutto dai colleghi, che hanno paura di una donna che può essere femminile e professionale al tempo stesso. E poi dall’indagatore dell’incubo, un personaggio misterioso quasi quanto il killer seriale a cui dà la caccia, con straordinarie doti che gli consentono di entrare nei sogni delle persone, ma che vive questo suo dono come una maledizione. E poi c’è lui, il killer, Tsukamoto stesso che, come altrove si sceglie la parte più ambivalente e nel contempo affascinante. L’ambientazione di questo nuovo lavoro del maestro giapponese è il suo punto di forza, come pure la recitazione. Un po’ meno convincente risulta il plot, altrove assai più intrigante ed originale, come nel caso di "Vital" o per lo meno coinvolgente come in quello di "A snake of june". Le corse notturne tra sogno e realtà sanno un po’ di metallico, come neanche in "Tetsuo", e non è presente qui la sanguinosa corporeità di "Tokyo Fist", a fare da contraltare al poco sangue che scorre. Gli indizi intriganti di cui è piena la prima parte fanno ben sperare ma, dopo quasi un’ora si ha la netta sensazione che Tsukamoto abbia scelto di non svelare nulla di quello che promette, come Kiyoshi Kurosawa prima di lui, sceglie una via più divulgativa a discapito di una profondità altrove sempre presente e qui solo sussurrata. La rappresentazione del male sembra edulcorata a favore di una fruibilità da pubblico non asiatico, che toglie molto alla forza delle immagini del talentuoso regista. Inoltre il doppiaggio del dvd italiano uccide il pathos presente nella versione originale, come troppo spesso accade con prodotti asiatici usciti direttamente in dvd e destinati al pubblico di soli estimatori.
Voto: 7
(Anna Maria Pelella)