The number 23

Titolo originale: The number 23
Regia: Joel Schumacher
Cast: Jim Carrey, Virginia Madsen, Danny Huston, Logan Lerman, Rhona Mitra, Lynn Collins, Mark Pellegrino
Sceneggiatura: Fernley Phillips
Montaggio: Mark Stevens
Musiche: Harry Gregson-Williams
Fotografia: Matthew Labatique
Scenografia: Andrew Laws
Costumi: Daniel Orlandi
Produzione: USA
Anno: 2006
Durata: 95 minuti

TRAMA

Walter Sparrow (Jim Carrey) è un modesto accalappiacani e un buon padre di famiglia che, per il suo compleanno, riceve in regalo un libro intitolato “The number 23” scritto da un autore sconosciuto.
Fin dalla prima lettura Walter nota senza difficoltà un'incredibile somiglianza fra i personaggi del libro e i suoi familiari.
Tutto quanto sembra collegato al numero 23, e presto, questo libro e soprattutto questo numero diventeranno per Sparrow una vera e propria ossessione che spingerà Walter a mettersi sulle tracce della persona che ha scritto quel libro.

RECENSIONE

E’ strano (e mi sembra ovvio) vedere la buona faccia da “giullare di corte” di Jim Carrey con un’espressione inquietante e diabolica piazzata su un manifesto cupo e nero come quello del film “Number 23”, e questo non è affatto rassicurante...
Il film parte tranquillamente, senza fretta, tanto da far suscitare allo spettatore l’impressione di aver sbagliato sala ed essersi per sbaglio intrufolato allo spettacolo delle 20.10 di “Se mi lasci ti cancello” o di “Una settimana da Dio”. Proprio così, il grande Jim, per i primi 15 - 20 minuti mantiene costantemente quell’espressione da comico che è capace di ingannare e sorprendere in qualunque momento, e come ci si aspettava, subito scatta la scintilla; si avverte quasi con il tatto, una sensazione di paura, terrore, palpitazione, che immediatamente distoglie il pubblico da quella “strana” aria di gioia e divertimento, e sembra quasi che Carrey si volti di fronte allo schermo dicendo: “Questa non è una commedia, è un thriller !”
Fin qui, nulla da reclamare, ma quando ci si aspetta di entrare veramente a contatto con la vicenda, il regista ormai veterano Joel Schumacher, velocizza troppo, non tiene più conto della presenza di una sceneggiatura e pasticcia qua e la con la narrazione dei fatti; si scopre poi che Jim Carrey non interpreta un solo personaggio, ma due: l’affabile Walter Sparrow e il gelido e distaccato detective Fingerline (il protagonista del libro).
Le due figure sono così diverse fra loro che si vorrebbe addirittura dedicare un bell’applauso a Jim che si dimostra in grado di cambiare la sua maschera bianca con quella nera.
La colpa della caduta in noia e in ripetizione da parte della pellicola non è quindi di Carrey, che a mio avviso, per la sua interpretazione meriterebbe un 9 pieno; la colpa non è neanche della discreta Virginia Madsen che trattiene la corda finchè può o fin quando Schumacher non gliela leva del tutto; Danny Huston fa la sua parte, seppur breve, e convince; la colpa, se si può definire così, secondo il mio parere, è ed è solo del regista che si ingelosisce troppo della sua macchina da presa e vuole dimostrare che può essere sempre all’altezza di qualunque situazione.
Con lo scorrere dei minuti si è già arrivati alla conclusione rendendosi conto che non si è andati a vedere un brutto film, ma un film che è stato (involontariamente?) reso meno godibile di quanto avrebbe potuto essere; agghiacciante la scritta finale prima dei titoli di coda: “State tranquilli, il vostro peccato vi troverà...”.
Un consiglio: se cercate un horror incentrato sul soprannaturale, lasciate perdere, qui si prendono in esame tutt’altri argomenti; se invece avete voglia di un buon thriller psicologico siete sulla giusta strada, ma fate attenzione a quanto scritto sopra.
Voto: 6,5
(Francesco Manca)