Regia: Dario Argento
Cast: Tony Musante, Suzy Kendall, Enrico Maria Salerno, Eva Renzi,
Umberto Raho, Mario Adorf
Soggetto e sceneggiatura: Dario Argento
Montaggio: Franco Fraticelli
Fotografia: Vittorio Storaro
Musiche: Ennio Morricone
Produzione: Italia
Anno: 1970
Durata: 98 minuti
Sam Dalmas è uno scrittore americano in soggiorno a Roma in compagnia della fidanzata
Susy.
Una sera, Dalmas, assiste direttamente al tentativo di aggressione ai danni di Monica
Ranieri, moglie di un ricco proprietario di una galleria darte; la donna rimane
lievemente ferita, ma lindividuo, coperto da un impermeabile scuro, riesce a
fuggire.
Sam, ha come limpressione di aver visto un particolare importante ma non ricorda il
significato; questo segnerà linizio di una lunga serie di efferati delitti.
Esordio elettrizzante da parte di Dario Argento, che con questo primo capitolo della
cosiddetta trilogia degli animali, composta, oltre che da Luccello
dalle piume di cristallo, anche da Il gatto a nove code e Quattro
mosche di velluto grigio crea ed elabora un nuovo genere cinematografico molto
simile a quello di Alfred Hitchcock e Fritz Lang.
Un film che ripone grande importanza su due aspetti puramente tecnici: la fotografia e il
colore; latmosfera luminosa e splendente fa da sfondo ad una scenografia magistrale
che accompagna una storia in sè perfetta.
La musica, strumentata e diretta dal mitico Ennio Morricone, calza a pennello
con la sceneggiatura, a dir poco magistrale e con il fluido scorrere dei fotogrammi.
Questa pellicola, si può definire come una sorta di puzzle, dal momento che tutto
combacia con tutto, ogni pezzo del film è unito al suo corrispondente; anche le
interpretazioni sono ottime; dal camaleontico Tony Musante alla graziosa Suzy Kendall, dal
superlativo Enrico Maria Salerno allattraente e misteriosa Eva Renzi.
Il finale, come di regola nei primi film di Argento, è senza ombra di dubbio spettacolare
e sembra quasi fare la linguaccia a La finestra sul cortile e
Psycho, entrambi diretti da Hitchcock, titoli ai quali Darione si ispirò,
oltre ai racconti di Edgar Allan Poe, per dare alla luce questa invidiabile performance.
La lama affilata del coltello di Dario scorre elegantemente sulla pelle dello spettatore,
che si sente quasi coinvolto nel susseguirsi di inquietanti avvenimenti che si fanno
strada sullo schermo illuminato.
Codesta prestazione argentiana risulta ancora oggi ineguagliabile, anche dallo
stesso autore.
Voto: 9
(Francesco Manca)