Q - Il serpente alato

Regia: Larry Cohen
Cast: David Carradine, Michael Moriarty, Candy Clark, Richard Roundtree, James Dixon, John Capodice, Peter Hock, Mary Louise Weller, Eddie Jones, Ed Kovens, Bruce Carradine, Tony Page
Sceneggiatura: Larry Cohen
Fotografia: Fred Murphy
Costumi: Tim D'Arcy
Musiche: Robert O. Ragland
Montaggio: Armond Lebowitz
Paese: USA
Anno: 1982
Durata: 93 minuti

TRAMA

A New York, mentre il tenente Shepard indaga su una serie di delitti, un enorme serpente alato fa la sua apparizione tra i cieli divorando lavavetri e ragazze in bikini.
Solo un ladro riesce a scoprire per caso la tana del mostro, ma decide di usare la notizia per i propri scopi. Alla fine le indagini porteranno Shepard a confermare la sua teoria: tra gli omicidi e la comparsa della bestia esiste un nesso, e solo un'alleanza con il ladro potrà mettere fine alla scia di sangue.

RECENSIONE

Intorno alla figura di Larry Cohen gravita, ormai da anni, una leggenda sulle sue capacità di regista e sceneggiatore.
Sembra, infatti, che i produttori facciano pressioni per convincerlo a scrivere solo sceneggiature, mettendo da parte la carriera di regista.
Cohen è autore di ottime sceneggiature, tra le quali troviamo quella del recente "In linea con l'assassino", ma mediocre regista.
Certamente non vanno dimenticati alcuni suoi originalissimi B-movie indipendenti, che negli anni '70 hanno probabilmente contribuito a portare nuova linfa vitale al genere. Quale appassionato non ha mai sentito nominare titoli come "Baby killer", che conta anche due seguiti, o "Stuff: il gelato che uccide"?
Il buon Larry Cohen ha saputo non solo trovare il favore di una nutrita schiera di fan, ma anche farsi un nome nella Hollywood delle produzioni miliardarie, o almeno nel campo della sceneggiatura.
"Q-il serpente alato" è un tipico film alla Cohen (e attenzione alla quasi omonimia con i ben più famosi fratelli Coen) e forse rappresenta un buon esempio per tutto quello che sopra si è scritto: buona sceneggiatura e discreta regia.
Il film è costruito meglio di molti altri film di quegli anni, ha infatti personaggi più o meno definiti, uno svolgimento lineare, molte trovate grottesche e durante la visione si respira un'aria di totale libertà creativa, ma forse il suo pregio maggiore è l'atmosfera "sporca" che riesce a creare, e noi, inguaribili ottimisti, vogliamo credere che sia voluta.
Purtroppo nelle recensioni cinematografiche c'è sempre un "ma" pronto a incombere sull'opera, quel famoso "ma" responsabile della guerra tra critici e registi e che determina un voto piuttosto che un altro (e non me ne voglia Larry Cohen). Questa volta il dito indice bisogna puntarlo contro una recitazione in catalessi, peggiorata dal doppiaggio italiano. David Carradine però si salva grazie al bel personaggio che interpreta, mentre Michael Moriarty non riesce a portare la sua interpretazione fino in fondo. Gli effetti speciali poi non regalano grandi emozioni, il serpente è sicuramente ben realizzato con la tecnica dello stop-motion, ma spesso e volentieri si nota la sua artificiosità, ricordiamo infatti che nello stesso anno Sam Raimi realizzò uno dei migliori film horror di sempre con ottimi effetti speciali in stop-motion. È evidente il tentativo del regista di mostrare il meno possibile il grande mostro ma non sempre l'intento riesce, anche se l'atmosfera grottesca del film aiuta moltissimo, basti vedere le scene in cui l'orrido bestione afferra e divora giovani signorine che prendono il sole sul tetto dei grattacieli.
Le scene splatter sono ben distribuite e ben fatte, sangue e cadaveri infatti non mancano, e da questo punto di vista nulla da dire, siamo in puro B-movie e Cohen conosce benissimo il genere, inoltre è davvero apprezzabile la sua vena ironica che soppesa almeno in parte certe incongruenze. La regia è molto semplice, quello che manca in questo film sono le trovate tecniche che ne avrebbero sicuramente elevato la qualità, spesso se ne additano le cause ad una mancanza di budget ma, dopo un'attenta visione, è chiaro che a mancare é l'idea, quel colpo di genio che solo un regista può trovare e, in poche parole, ciò che avrebbe fatto di questo film un piccolo classico degli anni '80. Peccato, verrebbe da dire, perché gli elementi erano tutti presenti e soprattutto erano ben amalgamati.
Voto: 6,5
(Matt Scarfò)