Donnie Darko

Regia: Richard Kelly
Cast: Jake Gyllenhaal, Maggie Gyllenhaal, Holmes Osborne, Daveigh Chase, Mary McDonnell, James Duval, Arthur Taxier, Patrick Swayze, Mark Hoffman, David St. James, Tom Tangen, Jazzie Mahannah, Jolene Purdy, Stuart Stone, Gary Lundy
Soggetto e sceneggiatura: Richard Kelly
Scenografia: Alec Hammond
Fotografia: Steven B. Poster
Montaggio: Sam Bauer, Eric Strand
Musiche: Michael Andrews
Produzione: USA
Anno: 2001
Durata: 113 minuti (133 minuti director’s cut)

TRAMA

“28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi: ecco quando il mondo finirà.” Ecco la profezia che Donnie Darko, un liceale schizofrenico che soffre di allucinazioni, riceve da Frank, un coniglio gigante, la notte dell'8 ottobre 1988.
Il mattino dopo Donnie si risveglierà nel bel mezzo di un campo da golf senza ricordarsi di come ci sia arrivato; quando ritorna a casa, scopre che la sua stanza è stata distrutta dalla caduta del motore di un aereo sulla sua casa.
Da quel giorno il ragazzo inizierà a cogliere strani segnali, convincendosi sempre di più sulla possibilità di realtà alternative e viaggi nel tempo.

RECENSIONE

Presentata al Sundance Festival nel 2001 in versione lunga, girata nel 2000, la pellicola è poi approdata in formato ridotto nell'America post 11 settembre. La congiuntura non era delle più favorevoli per un film che inizia con un aereo precipitato su una casa, e gli Americani, popolo sensibilissimo, ha allegramente snobbato il film. Nell'estate del 2003 è stato poi ridistribuito negli Usa in una versione director's cut - vista anche a Venezia - più simile a quella "lunga" del 2000, mentre nelle nostre sale ora circola la versione ridotta.
Pertanto Donnie deve la sua fortuna non tanto al cinema, quanto alla rete e Internet. In poco tempo è diventato un cult tra i giovani di tutto il mondo, grazie a quella carica ribelle che percorre in lungo e in largo tutta la pellicola.
I viaggi nel tempo, che argomento affascinante! Eh sì, per chi non l’avesse capito, Donnie Darko parla proprio di questo; ma non solo di questo.
Sì, è vero che Donnie vede stralci di futuro, parla con un coniglio gigante, vede i “fluidi” delle persone e si documenta sui viaggi nel tempo, ma è anche vero che in questo film c’è spazio per riflessioni di carattere più generale.
In “Donnie Darko” Richard Kelly mette alla berlina la falsità e l’ipocrisia della società americana di fine ‘80 (e non solo): la mamma-professoressa tutta casa e chiesa sempre pronta a giudicare e a maledire le persone a suo avviso immorali; lo pseudo-guru pedofilo che convince tutti (tranne Donnie ovviamente) di avere in mano le verità del mondo; la professoressa diligente e amata dagli studenti costretta ad allontanarsi dalla scuola per aver fatto leggere un racconto di Graham Greene, giudicato troppo sovversivo e diseducativo per i ragazzi.
Middlesex è la ricostruzione della tipica cittadina americana di fine anni ‘80, dove tutti sanno tutto di tutti; siamo in piena campagna elettorale (Bush contro Dukakis) e ci accompagnano le musiche di Tears for Fears, Duran Duran, Joy Division ed Echo and the Bunnymen (da segnalare “Mad World”, la struggente canzone che chiude il film, nella versione di Gary Jules).
Donnie non ama il mondo in cui vive: lo trova falso, contraddittorio, ipocrita.
E così iniziano le sue visioni seguite da azioni sovversive compiute in uno stato di incoscienza sotto la vigile guida di Frank, ma anche con la mente lucida di chi guarda il proprio mondo con occhio critico e sovversivo.
Tutto il film è percorso da questi segnali di ribellione: per esempio Elizabeth, la sorella maggiore di Donnie, annuncia al padre (strenuo sostenitore di Bush) che voterà per Dukakis; la professoressa di letteratura, invece, propone un diseducativo racconto di Graham Greene, in cui un gruppo di ragazzi distrugge la casa di un vecchio per dimostrare di essere al di sopra delle regole.
Tra la preoccupazione dei genitori, la parziale indifferenza degli amici, le interminabili sedute ipnotiche dall’analista, le massicce dosi di psicofarmaci che è costretto a prendere, Donnie trova in Gretchen, la sua ragazza dal passato tormentato, l’unico motivo per continuare a vivere.
Questo intensissimo sentimento che il protagonista prova per la misteriosa Gretchen, giocherà un ruolo fondamentale nella parte finale del film, quando Donnie, ispirato dal fittizio libro "La filosofia del viaggio nel tempo", compirà quell’estremo gesto che è la vera azione di rivolta contro il mondo.
Non è però un film di immediata comprensione; andrebbe rivisto un paio di volte e possibilmente seguito con tutta l’attenzione che merita.
Consigliato sia ai ribelli cinici e arrabbiati, sia ai fan di mister John Titor.
Voto: 8/9
(Claretta Amari)