Vampires vs Zombies

Regia: Vince D’Amato
Cast: Bonny Giroux, C.S. Munro, Maritana Carlson, Brinke Stevens, Peter Rugins
Sceneggiatura: Vince D’Amato
Musiche: Mikael Jacobson
Direttore della fotografia: Damien Foisy
Effetti Speciali: Flesh & Fantasy, INC
Produzione: USA
Anno: 2004
Durata: 77 minuti

TRAMA

C’è ‘sto tizio pelato, con seri problemi di anoressia e di espressioni facciali, che sta andando da qualche parte non specificata assieme alla figlia, che avrà sì e no cinque anni in meno di lui.
C’è poi una sorta di strega-fattucchiera-vampira che fa la vamp ma ha la cellulite e le rughe, che incrocia la simpatica famigliola e affida loro (per ragioni assolutamente inspiegabili) sua figlia Carmilla.
C’è un vecchio con la barba, gli occhiali da sole e un cappottone invernale di quelli grossi così anche se è estate e tutti gli altri sono in maniche corte, che va in giro senza motivo ad ammazzare zombie tirandoli sotto con la macchina.
E c’è un benzinaio particolarmente sfortunato, che muore, resuscita, muore un’altra volta e addirittura gli fregano il lavoro, poveraccio.
Le loro vite si incrociano, e si forma così la... urgh, trama.
Poi.
Bisogna dire che, in background, c’è un’epidemia della madonna che sta trasformando la gente in zombi, e che, apparentemente, tutti sembrano essere a conoscenza dell’esistenza dei temutissimi e leggendari vampiri.
E ancora... No, basta, che già così è tanto.

RECENSIONE

Prima di tutto bisogna avere il coraggio di guardarlo, questo film. Bisogna lasciare a casa pregiudizi e conclusioni affrettate, ma soprattutto bisogna scordarsi di avere con sè frutta e verdura marcia, che poi insozzate la tv e mamma e papà si arrabbiano. O la vostra dolce metà, è chiaro.
Appurato che un po’ di fegato, là nascosto da qualche parte, ce l’avete, e che le vostre scorte di munizioni sono esaurite, potete anche permettervi di premere play e, mano sul cuore e l’altra dove vi pare, iniziare a gustarvi Vampire vs Zombies.
Lì sopra c’è scritto che dovrebbe esserci uno scontro, una battaglia, fate voi, ma ci dovrebbe essere. Perché è bello chiaro e i caratteri sono piuttosto grandi. Invece non c’è. Non ci sono vampiri contro zombie, né tanto meno zombie contro vampiri. Diciamo che gli autori hanno avuto un momentaneo calo di ispirazione e hanno messo lì un titolo qualsiasi, perché non può essere altrimenti.
Non che mi aspettasi granché, ma che almeno il titolo c’entrasse qualcosa quello sì.
C’è invece un’allegra famigliola che se ne sta andando da qualche parte in macchina: un viaggetto, una vacanza, qualcosa del genere. Succede però che incontrano una strana tipa, disperata e piagnucolante, che chiede loro di badare a sua figlia Carmilla. Padre e figlia accettano senza dire una parola (certo, capita tutti i giorni che una donna fermi qualcuno per strada e affidi loro la custodia di sua figlia senza che nessuno proferisca parola, è normalissimo, è successo anche a me proprio l’altro giorno), e soprattutto non dicono niente a proposito della ragazza legata e imbavagliata che si dimena sul sedile posteriore dell’auto della donna. No no, avranno pensato che la macchina è sua e ci può fare quello che vuole, basta che non rompa le balle a loro che già gli tocca portarsi dietro quella biondona di Carmilla. Ah, forse eccolo il motivo per cui hanno accettato... Capelli biondi, sorriso splendente, curve al loro posto, anche se - effettivamente - un po’ di palestra non farebbe male.
Stop, cambio di scena.
Ecco che arriva uno dei presunti protagonisti, lo zombi. Oh, finalmente. Però non sembra, perché è agile (ma che dico? Un atleta! Altro che i centometristi del remake de L’alba dei morti viventi), è capace di muoversi senza far strisciare le sue stanche membra in avanti, fa i salti e... viene tirato sotto da un vecchio bacucco che porta un giubbotto invernale in piena estate. Poi pure io mi scontro con lo zombi, faccia a faccia, e mi accorgo di quanto sia orribile il trucco, del tipo che han preso un po’ di fango e gliel’hanno appiccicato in volto senza perdere troppo tempo. Un applauso però alle cannucce che spruzzano sangue. Da vergognarsi.
C’è inoltre un piccolo particolare legato ai morti viventi di questo film, che magari vi sfugge visto che il loro nome fa bella mostra di sè nel titolo. Non ci sono, gli zombi. Ecco, l’ho detto. A parte quello lì che viene tirato sotto e una manciata nel finale, sembra che nessuno si stia accorgendo che c’è un’epidemia che sta uccidendo la gente. Voglio dire, se ci fosse una qualche malattia sterminatrice, io un po’ mi preoccuperei, del tipo che non uscirei più di casa, non so, rapirei il farmacista per avere un po’ di consulenza, robe del genere. E invece loro, se ne sbattono. Vabbè che questa terribile peste è una bufala perché di morti resuscitati ce ne sono gran pochi, ma suvvia, dai, creiamo un po’ di atmosfera, no?
Niente zombi, ok. Però ci sono i vampiri. Lo dice il titolo. Hanno i denti affilati, succhiano il sangue, muoiono se gli piantano il paletto di frassino nel cuore, ma non temono la luce del sole. Eh no, qui ti tiriamo addosso i sassi perché non ti puoi prendere una simile libertà. Chi ti credi di essere, caro il mio Vince? Già non ci sono gli zombi, e ti permetti una simile vaccata?
Che, tra le altre cose, il regista D’Amato (no, non quello dei vecchi horror italiani e dei porno) si crede Lynch, perché a un certo punto del film (uno qualsiasi, tanto non ha senso soffermarsi), ingarbuglia la trama con flashback e situazioni oniriche e surreali che non si capisce però se accadano prima o dopo o in un’altra dimensione. Se ne stanno pertanto là, slegate dal contesto generale, probabilmente in crisi d’identità perché non hanno alcun motivo di esistere.
E allora va bene, sopportiamo tutto questo e chiudiamo un occhio, che almeno ci si sta divertendo. Però c’è un’ulteriore cosa da dire. E me la tengo per ultima, perché è una di quelle robe col botto e da standing ovation di dieci minuti. Questo film (già, proprio questo) in realtà è una trasposizione (decisamente libera e parecchio opinionabile) della Carmilla di LeFanu. Ou, ma stiamo scherzando? Io D’Amato proprio non lo capisco: già non è capace di scrivere una sceneggiatura decente, a stare con la macchina da presa in mano ancora meno, potrebbe cavarsela adattando una cosa già scritta un centinaio d’anni fa, e invece no, vuole dire la sua e ci mette pure la firma. Bah.
Ma parliamo un po’ di questa Carmilla, allora. Qui è bionda, gnocca e se la fa di continuo con Jenna (solo Jenna, purtroppo, niente Jameson), l’altra protagonista, con tanto di tette in primo piano e lesbicate in macchina in pieno giorno e in mezzo a una strada inutile visto che non la percorre mai nessuno. E poi si slinguazzano pure nel finale, in una cantina vecchia e polverosa e piena di ragnatele e ci sono gli zombi che le rincorrono e... beh, io scuoto la testa, che non mi resta altro da fare. Sarò vecchio io, ma non mi sembra che il cosiddetto “imboscarsi” sia una pratica andata in disuso. Mah.
In definitiva, attori e attrici imbarazzanti (ma non imbarazzate a spogliarsi, a quanto pare), make up da strapparsi i capelli e scappare via urlando, sceneggiatura piena di buchi che manco l’Emmental - che sennò denunci quello che te l’ha venduto -, ridicola, insulsa e... beh, guardate nel dizionario per altri sinonimi, regia che... uh, lasciamo stare che è meglio.
E per finire, occhio alle scene clou, da appuntarsi assolutamente (in barba agli spoiler):
Numero uno: il vecchio bacucco che stende lo zombie con l’auto, fracassa il lunotto, e dieci secondi dopo l’ha già cambiato (perché lo dice, non è che abbia dedotto io), fregandosene evidentemente che lungo la strada che sta percorrendo non c’è una casa che sia una, o un meccanico qualsiasi, ma solo un benzinaio sfigato. E lui non gliel’ha messo a posto, perché quando il vecchio arriva alla stazione di servizio la sua auto è come nuova!
Numero due: sempre il vecchio bacucco che prende un piede di porco dal bagagliaio (perché tutti, e ripeto tutti i protagonisti hanno un piede di porco nel bagagliaio) e fracassa la testa di una ragazza con il solo e semplice scopo di farla stare zitta, noncurante che un simile gesto avrebbe portato conseguenze che vanno dal coma irreversibile alla paralisi, passando per la morte istantanea.
Numero tre: papà, figlia e Carmilla hanno un guasto alla macchina. Mentre sono fermi, sopraggiunge un’auto guidata da un tizio che ha appena preso il morbillo che uccide. Con un coraggio che ha dell’incredibile, la famigliola prende il piede di porco, che ovviamente è nel bagagliaio della macchina, e ammazza a suon di botte lo sventurato pilota. Poi, senza nessun plausibile motivo, dopo averlo privato della vita, lo privano pure della testa (perché, naturalmente, nel bagagliaio c’è anche una sega). Poveraccio. Ma non nascondono il cadavere. Oh no. Lo mettono sul sedile posteriore della sua jeep e lo coprono con un copertina che pare un sacchetto delle immondizie.
Numero quattro: Jenna, dopo aver appena consumato con Carmilla, si accorge di avere le sue cose a causa di un rivolo di sangue che le scende giù dalla gonna, e dice: “oh, cacchio, mi sono venute.” . Allora, io non sarò un esperto, ma avrebbe come minimo dovuto sentire un po’ di dolore, che so, almeno sapere che era nel periodo, ehm, fertile. E invece niente, manco una smorfia. Senza contare che Carmilla l’aveva appena morsicata proprio lì, e lei manco si è accorta.
Poi, ovvio, bisognerebbe parlare più approfonditamente delle due protagoniste che si abbandonano alle gioie del sesso nei luoghi più impensabili possibili, del fatto che ci sono almeno quattro personaggi misteriosi dei quali non si capisce bene il ruolo e il compito (svelato nei titoli di coda, alla voce ‘cast’), del finale allucinante e osceno, ma sinceramente penso che questo sia più che sufficiente.
Se vi capita di trovarlo nei cestoni a pochi spicci, io direi di comprarvelo, perché merita di essere visto. Almeno così potremo dire che noi, porca zozza, possiamo fare meglio.
Curiosità: nei titoli di coda c’è una canzone brevissima ma caruccia caruccia dei Real McKenzies, gruppo folk punk piuttosto divertente. L’avranno concessa al film per pietà. O per masochismo. Non so, bisognerebbe chiederglielo.
Voto: 0 (ma 10 in quanto a trash)
(Simone Corà)