Hostel

Regia: Eli Roth
Cast: Jay Hernandez, Derek Richardson, Eythor Gudjonsson, Barbara Nedeljakova, Jana Kaderabkova, Jan Vlasák, Jennifer Lim
Produttore esecutivo: Quentin Tarantino
Nazione: Usa
Anno: 2006
Durata: 95 minuti

TRAMA

Tre ragazzi arrapati sono in giro per l’Europa alla ricerca di facili scopate. Da Amsterdam arrivano in Slovacchia su consiglio di un ragazzo. Presto scopriranno che l’ostello dove alloggiano nasconde un terribile segreto: il personale è in contatto con uno strano posto dove si organizzano torture e uccisioni a pagamento.

RECENSIONE

Diciamo le cose come stanno: Eli Roth, reduce dalla brutta performance di Cabin Fever, non è ancora un bravo regista e non è riuscito a far sbocciare la sua brillante idea. Il primo problema che ho riscontrato durante la visione è forse dovuto al contrasto di aspettative creato dai mezzi mediatici e dallo stesso regista.
Io mi aspettavo scene crude e laghi di sangue, invece mi sono arrivate tette e donne nude.
Mi aspettavo una storia violenta dove il tema della tortura potesse essere mescolato a quello della vendetta; lavorando sui personaggi in modo da lanciare il messaggio che il fascino di far del male a un'altra persona possa essere così forte, così radicato, ma allo stesso tempo talmente nascosto nell’uomo, da indurre anche la persona più mite a voler provare l’esperienza di paragonarsi a Dio. Questo mi aspettavo.
E invece il regista accenna queste cose in dialoghi occasionali che lasciano il tempo che trovano.
Ma allora cosa c’è in questo film? Me lo sto ancora chiedendo.
La prima mezz’ora di pellicola sembra il solito filmetto per adolescenti infarcito di luoghi comuni (tanti da nauseare), cosicché, dopo la decima inquadratura a un paio di belle poppe e un bong pieno d’erba, in sala sono scoppiati gli applausi. Ma tutti noi eravamo lì nella trepidante attesa di vedere ben altro: un po’ di rosso scorrere. Finalmente arriva il gran momento, ma Eli, fedele alla regola Hollywoodiana che preferisce evitare la lama e la ferita nella stessa inquadratura, non mostra molto, a differenza di ciò che veniva promesso.
La banalità trionfa: esce un trapano e si sa già dove finirà, sbuca una motosega e la cosa fa ridere, pezzi di qualcosa vengono tagliati senza appagare il mio dannato voyeurismo malato. I personaggi aspettano solo di essere uccisi, non valgono niente e non comunicano niente. Nemmeno il protagonista rende la cosa interessante, anzi le scene si susseguono cariche di un vuoto che viene colmato solo da qualche cruda scena tirata per i capelli, forzata (grazie ai personaggi che capitano proprio in quel momento preciso per salvare una struttura di trama traballante che rischia continuamente di crollare su se stessa).
Si aspetta, si attende e ci si logora per qualcosa che non arriverà mai, che non accadrà, nemmeno quando il tutto dovrebbe incattivirsi, quando il racconto dovrebbe dare il meglio, il climax dovrebbe raggiungere l’apice... invece niente.
Il cattivo muore, il buono vince. Tutto è piatto.
Insomma, ne hanno fatti mille di film come questo.
Su cosa riflettere, allora? Che ancora una volta conta di più l’apparenza del contenuto. Nella nostra società ormai vince la superficie, l’involucro del prodotto, è il trionfo della propaganda a discapito della qualità e del talento. Dario Argento ha detto che è un film per uomini. Io lo ritengo un semplice film per quattordicenni che si organizzano una serata con le rispettive ragazzine. Forse per loro è davvero un buon film.
L’ultima domanda che mi sono fatto è: ma l’orrore in questo film c’è o no?
La conclusione a cui sono giunto è che non esiste. La pellicola non trasmette tensione, non fa battere il cuore, non riesce a creare quel senso di insicurezza in cui dovrebbe calarti nel momento in cui si arriva al “mattatoio”.
Mi piacerebbe pagare per avere Mr. Tarantino legato a una sedia e costringerlo a vedersi per mesi e mesi questa schifezza su cui ha messo la firma.
Nota. La locandina dichiarava: “La vera sfida è arrivare a vederlo fino in fondo”, su questo, Eli Roth, ti do perfettamente ragione.
Voto: 3/4
(Crescizz)