Quando il terrore e' femmina

Si sa, le lunghe serate invernali possono sembrare infinite ma offrono l’occasione di fare molte scoperte. Spulciando qua e là, mi sono imbattuta in un articolo in cui si parlava della cosiddetta “sindrome della vecchia strega”.

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Si tratta in breve di un fenomeno notturno che comporta incubi, soffocamento, paralisi e la percezione di odori e presenze soprannaturali. Questo disturbo viene riportato fin dall’antichità, e le vittime possono esserne soggette sia di notte che durante un pisolino schiacciato in pieno giorno: quasi sempre dormono supine. Nel libro The Terror That Comes From The Night, lo studioso del folklore David J. Hufford riporta che circa il 15 per cento della popolazione mondiale ha sofferto almeno una volta nel corso della vita di un attacco della strega. Le cause non sono del tutto note, ma si parla di disturbi del sonno e di particolari condizioni psicologiche, o ancora, più prosaicamente, di una brutta indigestione. Ma lo spunto più interessante proviene da Ernest Jones, psicoanalista della scuola freudiana, che nel suo saggio On The Nightmare nota che il termine “nightmare” deriva dalle parole anglosassoni “neacht” o “nicht” (notte) e “mora”, uno spirito femminile che intrattiene relazioni amorose con le proprie vittime causando ad esse incubi e bevendone il sangue. Quindi, il terrore è femmina per definizione!

Seguendo questa idea, voglio presentarvi una serie di adorabili fanciulle che però... è meglio pensare che siano solo frutto della fervida immaginazione dei nostri antenati. Partiamo con la succube, un demone femmina che seduce gli uomini, specialmente quando dormono. Come la sua controparte maschile, l’incubo, fa la sua apparizione già nella mitologia più antica, e appare come una donna bella e voluttuosa. Nel Medioevo le succubi erano ritenute agenti del Demonio, che tentavano continuamente di far commettere agli uomini dei peccati sessuali, qualche volta promettendo loro come ricompensa l’immortalità. Le cronache riportano che nel 1468 a Bologna un uomo fu giustiziato perché si riteneva che gestisse un bordello di succubi.

La lamia, invece è un genere di donna mostruosa il cui mito risale all’Antica Grecia. In origine, Lamia era la bellissima regina della Libia, amante di Zeus. Era, la moglie del re degli Dei, si adirò talmente per questo tradimento che uccise tutta la prole nata da tale connubio. Come vendetta, Lamia promise di uccidere qualsiasi altro bambino le fosse capitato, generato da altre donne. Le lamie divennero così delle femmine demoniache dagli arti inferiori deformi (spesso raffigurati come serpenti) che attaccavano i neonati per bere il loro sangue e mangiarne le carni.

Cugina di primo grado della lamia, la lilith è un demone notturno alato dotato di una folta capigliatura che vampirizza i neonati e seduce gli uomini mentre dormono (in particolar modo quelli appena sposati) allo scopo di generare una prole demoniaca. È spesso accompagnata da un’orda di succubi e fa uso di decine di migliaia di nomi diversi per non farsi identificare. I suoi poteri sono più forti durante il periodo della luna calante. Provenente da fonti babilonesi e sumere, Lilith approdò nella demonologia ebraica, e in seguito fu inserita nel folklore cristiano e islamico. Secondo la leggenda ebraica, Lilith fu la prima donna di Adamo, ma lo lasciò quando lui rifiutò di trattarla come sua pari. Adamo allora si lamentò con Dio che inviò tre angeli per cercare di convincerla a ritornare da lui. Ma la donna rifiutò, e allora Dio cominciò ad uccidere cento bambini della sua prole demonica al giorno. Lei si vendicò attaccando le donne gravide e i bambini appena nati. Lilith può essere scacciata con degli amuleti magici recanti il nome degli angeli o dei santi patroni, e pronunciando uno dei suoi molti nomi.

Per finire, non posso non citare le banshee, spiriti demoniaci del folklore irlandese. Di norma appaiono nelle sembianze di una giovane donna, avvolta in stracci o in un sudario malconcio. Spesso la si vede lavare i vestiti sporchi di sangue dei morituri. Ma più che il suo aspetto, è il suo urlo agghiacciante ad essere leggendario, preannunciando la morte dello sventurato che lo sente (Chiara Borloni)



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