Tutte pazze per lo steampunk

Sebbene il termine Steampunk sia stato coniato piuttosto di recente (si parla degli anni ‘80) le radici del fenomeno culturale risalgono al XIX Secolo, visto e considerato che uno dei padri fondatori - inconsapevoli ovviamente - pare proprio essere Verne, assieme al noto H.G. Wells, con il suo La Macchina del Tempo.

Oggi gli autori che costellano questa corrente culturale non si contano, così come le loro perle letterarie: accanto a Gibson e Sterling con il magnifico La Macchina della Realtà, si colloca meritatamente Alan Moore, alla guida di una fitta pletora di creatori di mondi.
Le storie Steampunk infatti si dipanano in realtà altre, ucronie utopiche o distopiche, in cui strumenti iper tecnologici funzionano esclusivamente attraverso ingranaggi, vapore o energia elettrica, riportando tutto ad una realtà pseudo vittoriana.
In parole povere un’ottima definizione della corrente artistica è: "come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima”.
Dalla letteratura, ai fumetti al cinema, lo Steampunk ha gradualmente contaminato con ogni possibile scena artistica, approdando anche a quella musicale, con gruppi come gli Abney Park, seguiti dai Vernian Process di San Francisco, dagli svedesi The Magnificent Seven e da moltissimi altri: menzione d’onore alla splendida voce della giapponese MaRy, creatrice e vocalist del gruppo Strange Artifact.

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E la moda? Beh, la moda Steampunk, sicuramente non è affare per tutti, e proprio per questo che quando ci si innamora di lei fa davvero impazzire.
Non si tratta di agganciare quattro rotelline in ottone a una borsetta, o far penzolare un orologio da taschino e cialtronate di questo tipo.
Chi vuole essere una vera regina dello Steampunk deve prima leggere e poi vestirsi: ciò che si indossa infatti è il risultato di un mix sapiente e perfetto che nasce in primis dalla carta stampata.
Cuoio, metallo e pizzo si fondono tra loro sfociando in qualcosa di magico, sospeso tra il vittoriano e il futuribile, che ci rende uniche e irresistibili, mentre il confine tra l’abito e il costume di scena si fa labile e perde di significato, come il tempo e a volte anche lo spazio.
E la realtà muta, diventando avventurosa come e più di un qualsiasi romanzo: niente principesse, né donzelle in difficoltà, ma donne potenti, dotate di sofisticatissime armi in ottone, infilate in giarrettiere sensuali o corsetti che esaltano le forme di eroine passate o presenti o future... questo non importa... non importa davvero (Valeria Munari)

Valeria Munari: nata a Reggio Emilia nel 1981, come ogni antieroe che si rispetti conduce una doppia vita. Di giorno avvocato e di notte lettrice e scrittrice di horror e cinefila d'assalto. Con questa rubrica coccolerà il lato più cruento e vendicativo del suo complicatissimo sé, narrando di ragazze cattive e tanto altro.



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