Sono intorno a noi

Ricordate? Fine 1982, una bambina bionda, suo fratello, un cane, una famiglia che cercava di confrontarsi con strani fenomeni nella sua casa da sogno. E poi un albero inquietante, un pupazzo-clown dalle braccia troppo lunghe, un televisore tentacolare, i fantasmi di una dimensione incomprensibile...
Poltergeist è un film particolare, unico per molti versi, vista la irripetibile sinergia di talenti al lavoro su questa pellicola.
Tobe Hooper veniva dall’incerta (ma per me magnifica) esperienza de "Il tunnel dell’orrore" e aveva incontrato, per usare un eufemismo, qualche problema con "Venom", progetto dal quale è poi costretto a uscire: la motosega sembra ancora affilata ma titubante e la storia di questa famiglia borghese alle prese con i fantasmi di un cimitero indiano pare l’ideale per risollevare le sue sorti.
Ma il talentuoso (e purtroppo insicuro) regista texano incontra sulla sua strada un grosso intoppo per i suoi piani e una benedizione per le nostre retine assetate d’orrore, ovvero Steven Spielberg in veste di produttore e sceneggiatore.
La narrazione della lotta fra i due e del take over spielberghiano è ormai storia e l’impronta dell’autore, appena emerso dai fasti de "I predatori dell’arca perduta", è ovunque nel film, tanto da farci venire la voglia di classificarlo come suo anche per quanto concerne la regia.
Ma poco importano queste diatribe, visto che "Poltergeist" è entrato senza fatica nella storia dell’horror e ha originato due sequel e uno spin off televisivo, senza contare tutte le influenze che ha avuto nella cultura pop (vi basta "Among the Living degli Anthrax"?) e la massa di merchandise e il conseguente impatto sull’immaginario.

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E ora anche questa pellicola, che sembrava appartenere al ristretto novero dei titoli immuni da questo trattamento, subirà il processo del remake, anche se per nostra fortuna le notizie riguardanti questo progetto non sono del tutto negative.
Ecco quindi che Carol Anne potrà tornare ad annunciarci che “sono arrivati”, attraverso una sceneggiatura di David Lindsay-Abaire che verrà portata sul grande schermo da Gil Kenan. Negli ultimi tempi non ho fatto che parlare di remake ma, come già detto, dobbiamo sforzarci di avere pazienza e confrontarci con ogni singola pellicola senza pregiudizi di sorta se non quelli riguardanti il curriculum delle persone coinvolte.

 

E in questo caso Gil Kenan sembra in qualche modo adatto a una nuova versione del capolavoro, visto che ha girato in precedenza sia "Monster House" che "Ember – Il mistero della città di luce", titoli che in qualche modo pescano in una certa visione dell’horror addolcita e mediata, tipica di Spielberg e ben lontana dalla visione hooperiana.
Ovviamente è impossibile anche solo iniziare a confrontare i due nomi in questione e altrettanto ovviamente bisognerà attendere ulteriori notizie da parte della produzione, sia per quanto riguarda la scelta del direttore della fotografia che quella degli attori (e, volendo, anche i nomi coinvolti negli effetti speciali) ma la sensazione, fatta passare l’incredulità e sbollire la rabbia, è che sia andata comunque bene, MGM avrebbe potuto scegliere un nome peggiore per dirigere il remake di "Poltergeist".

 

Resta da vedere se in fase di sceneggiatura sono stati aggiornati alcuni particolari rispetto al modello originale, dalla collocazione suburbana a certa demonizzazione del televisore, cose che potremo scoprire solo quando il film verrà distribuito in sala (Elvezio Sciallis)

Elvezio Sciallis: Non vi deve interessare chi sono. Leggete quanto scrivo e discutete di quello: chi sono non è importante, sono solo (cambia una consonante) una persona qualunque, appassionata di cinema e letteratura, specie quel cinema e quella letteratura che giocano e dialogano con il Perturbante. Ho all'attivo alcune pubblicazioni in antologie collettive e personali. Ho collaborato con diverse riviste cartacee e online. Traduco dall'inglese all'italiano videogiochi e testi per alcune società estere.



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