Trauma

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2017 - edizione 16

Gliel’ho già detto dottore, non ricordo nulla!
Potrei raccontarglielo ancora, ma non avrebbe senso!
Come perché? Perché è tutto così assurdo, surreale!
I ricordi non sono molto vividi, le immagini non erano nitide ai miei occhi.
Luci pallide e colori.
E poi? E poi c’era lei, nel buio. Sembrava quasi un fantasma...
E io... mi vedevo! Seguivo dall’alto i miei passi che arrancavano nel buio.
Non ricordo neanche come sono arrivato lì. So solo che stavo camminando, quando all’improvviso mi ha preso un sonno pesante, e mi sono risvegliato nel buio.
Eh...? Sì, va bene.
Sono lì che avanzo verso di lei, molto inquieto. Avevo paura che stesse per accadere qualcosa di tremendo!
Provo a chiamarla, ma la mia voce usciva ovattata e indistinguibile.
Così inizio a correre, e proprio in quel momento appaiono degli uomini intorno a lei.
Iniziano a toccarla, a baciarla... Cristo!!!
Stupravano la mia Marianna, capito?!

Ho tentato di fermarli, ma appena ho tirato il primo colpo si sono dissolti come sabbia.
Marianna stava lì, a terra. Mi chino e la prendo tra le braccia. Gemeva, era sporca di sperma e di sangue, ma era lieta in volto, sorrideva!!! Sembrava contenta di essere stata violentata, sembrava così felice che tutto fosse accaduto davanti ai miei occhi!
No! Che cazzo sta dicendo!??
A quel punto non ho fatto nulla, e mi è scomparsa tra le mani, sabbia come i suoi aggressori.
Poi, il buio, e di nuovo un profondo sonno.
Sì, ho ripreso coscienza solo qui; e subito tutti a farmi domande... Io non sapevo nulla, non riesco ancora a crederci...
Io amavo Marianna. Anche se m’ha lasciato tanti anni fa, anche se non la vedevo più da una vita, non ho mai smesso di amarla.
Non avrei mai potuto farle del male.
Non mi crede, dottore?

Oliver Nostro