Estinzioni

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2013 - edizione 12

Raffaele si ferma. Si acquatta nel buio di un vicolo e appoggia le mani sulle ginocchia, esausto. Non mangia da sei giorni e gli riesce sempre più difficile trovare un luogo dove riposare al riparo dei morti viventi.
L’epidemia è stata devastante quanto repentina. Orde di zombi vagano per la città in cerca di carne umana ma gli umani, ormai, sono una specie quasi del tutto estinta.
Solo la forza della disperazione e l’istinto di conservazione spingono Raffaele ad andare avanti, i sensi sempre all’erta.
Si rialza e circospetto esce dal vicolo, imboccandone un altro poco lontano. Mentre avanza le orecchie colgono delle grida, i suoi occhi scavano nell’ombra. Una zaffata di sangue, merda e piscio lo investe. Lo zombi è curvo sul corpo di una povera disgraziata, le mascelle che affondano avide nello stomaco, staccando pezzi di interiora.
La donna scalcia debolmente, è ancora viva.

Raffaele estrae la pistola e prima che lo zombi possa accorgersi di lui si avvicina e preme il grilletto. La testa esplode, un fuoco d’artificio di ossa e brandelli di cervello putrido.
La donna, intanto, ha smesso di muoversi. Speranzoso, Raffaele si china su di lei ma non c’è niente da fare, è già morta.
Stava cercando di salvare suo figlio, pensa quando il singhiozzio rompe il silenzio.
Raffaele prende in braccio il piccolo, in stato di shock, e gli accarezza i capelli.
Altri zombi si stanno avvicinando, attirati dallo sparo e dall’odore di carne fresca, ma sono lenti, per fortuna.
Raffaele si allontana col bambino.
Corre faticosamente mentre si chiede cosa ne sarà di lui e di quelli come lui quando tutti gli umani non ci saranno più.
Meglio vivere alla giornata, sibila, sfoderando i canini e stringendo a sé la sua preziosa cena.

Gabriele Lattanzio