Le creature

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2013 - edizione 5

Le creature si nutrono attraverso le parole.
Puoi sfiorarne il corpo, mai coglierne l'essenza.
L'essenza del male si cela nel profondo ed agisce tramite una maschera d'amore.
Attraversa le energie sottili e supera ogni barriera.
Mia è stanca, pensa che la sua vita non le corrisponda.
Le sembra tutto sbagliato.
Quella sera entra nel supermercato, quello vicino a casa, che conosce a memoria e mette prodotti nel carrello senza pensare.
Ha fretta. Percorre le corsie velocemente.
Si ferma contro un corpo. Si perde per un attimo in uno sguardo. Profondo.
Vuole arrivare a casa, sbattere tutto in frigorifero e accendere il computer.
Da qualche tempo è l'unico svago che si concede. Non riesce più a frequentare persone con le quali non condivide nulla.

Preferisce di gran lunga le sue amicizie virtuali.
Apre il portone e sale le scale in fretta, le borse della spesa sono pesanti, le tagliano le mani.
Sul pianerottolo le appoggia violentemente. Sente il rumore del vetro, la birra.
Rovista nelle tasche e non trova le chiavi, si sta innervosendo. Eccole.
Apre la porta e raccoglie le borse. Appoggia tutto sulla tavola della cucina.
“In fretta, in fretta. Devo vuotarla.”
Le sue mani tremano e si muovono con pesantezza. Il vetro le si conficca nell'incavo tra il pollice e l'indice. Sangue, sangue e birra nella sua spesa.
Mette la mano sotto l'acqua fredda, il taglio non è profondo, ma sanguina.
Prende un tovagliolo e se lo gira intorno alla mano.
“Devo collegarmi.”
Accende il computer.
Una richiesta di amicizia.
Non sa chi sia. Non ha un profilo trasparente. Il suo avatar è suggestivo. Un occhio. Sembra amico. Vicinissimo e profondo.
Conferma.
Lui c'è. Si presentano.
Gli racconta del suo incidente, del vetro, del taglio, del sangue.
Lui le parla, la consola con dolcezza. Le energie sottili le arrivano forte, non le era mai successo prima. Ogni parola scritta è un colpo al cuore.
Scrivono.
Si sente felice ed emozionata, si sente strana. Il taglio le fa male.
Gocce rosse sulla tastiera, il sangue non si ferma.
“Scrivi, continua a scrivere, non fermarti ora”, le scrive lui.
“Sto sanguinando. Non riesco a fermare il sangue”, risponde lei.
Ma lui continua a fabbricare parole.
Sente l'occhio sempre più vicino. Guarda in basso.
Il sangue scende tra i suoi seni.
Le lettere della tastiera scompaiono.
La trovano tre giorni dopo. Cadavere. Senza più sangue in corpo.
Intorno a lei solo un lieve strato di polvere.

Cristiana Cesari