Una serata divertente

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2012 - edizione 11

Anche quella sera ero da solo. Certo, sopportavo a malapena me stesso, come potevo sopportare gli altri e pensare che loro potessero sopportare me? E infatti non lo pensavo. In realtà vivevo ormai isolato da qualche anno e non correvo alcun rischio di interazioni sociali. Ero chiuso al mondo esterno ed il mondo era chiuso a me. Di donne neanche l’ombra, neppure l’affetto di un cane. Solo Jameson e qualche volta Jack si intrattenevano a farmi compagnia. Non che fossi alcolizzato ma loro erano buoni amici, mai mi lasciavano da solo con i miei problemi.
Era la notte di Halloween e pur vivendo nel popoloso quartiere di Qaqortoq nessun ragazzino bussava alla mia porta pronunciando poi la classica frase ‘dolcetto o scherzetto’... forse già sapevano che non avrebbero ricevuto nessun dolcetto e che neppure lo scherzetto avrebbero potuto fare, dato che nessuno mai avrebbe aperto loro la porta. Infatti, nessuno suonò o bussò al mio capezzale.

Decisi allora di uscire, erano anni che non lo facevo e quella sembrava proprio la serata adatta. Anche senza maschera sembravo un vero morto vivente, un fantasma, non avevo bisogno di trucco o travestimento; se qualcuno avesse potuto vedere la mia aura sono sicuro si sarebbe realmente spaventato persino la notte di Halloween. Non so perché mi comportai a quel modo, cominciai a bussare alle porte di più abitazioni insieme con i bambini senza alcuna vergogna. Forse volevo solo sentirmi vivo la sera dei morti, certo è che nessuno si curò minimamente della mia presenza.
Da quel momento non ho più ricordi, fin quando stamane, giorno di Ognissanti, ho letto sul più importante quotidiano locale questo titolo: ‘Trovato cadavere di un trentenne in avanzato stato di decomposizione’. La mia anima inorridì, stavo leggendo il mio necrologio...

Andrea Ceccarelli