Tenebre

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2012 - edizione 11

Un urlo vuoto mi esce dalla bocca.
Annaspo cercando aria mentre le mani si muovono a un ritmo diverso dal mio.
Posso sentire i miei pensieri nascosti in profondità mentre una voce estranea mi grida dentro la testa.
Aiutatemi, vi prego aiutatemi!
Vedo mia madre voltarsi quando il prete m’impone le mani sulla fronte mentre un corpo fantasma si muove sotto la mia pelle, scavando, rintanandosi dentro di me come un esercito di vermi.
Ho paura e voglia di urlare ma nessuno riesce a sentirmi.
La mia mano ha una volontà propria. La guardo scagliarsi verso il mio viso mentre sento la carne appiccicarsi sotto le unghie e la pelle sotto l’occhio iniziare a strapparsi. Cerco di urlare ma dalle labbra una voce non mia ride istericamente. Non ci vedo più. Ho paura.
Oddio fa male! Vi prego!
Il sangue mi scivola giù fino alla bocca aperta, impastandosi sui denti mentre il sapore di ferro mi sfiora la lingua. Il prete mi piazza il crocefisso sulla fronte. Non fa male. È freddo, puro. Sento la bontà che racchiude e cerco di chiudere gli occhi ma la cosa dentro di me non me lo permette. Mi obbliga a fissare l’uomo che ho davanti, la sua disperazione, la paura che gli brilla negli occhi. Le dita di una mano mi si spezzano con un movimento inumano. Voglio piangere.
Mamma! Mamma aiutami ti prego!
Le dita vibrano nell’aria come serpenti, soffiando verso il collo dell’uomo. Lo afferro. L’ultima cosa che vedo è lo sguardo di mia madre inorridita in mezzo alle lacrime mentre sento i miei denti chiudersi intorno alla carne. Un liquido caldo m’insozza la gola. Sento una risata prima di perdere conoscenza.
Per favore, aiutatemi.
Le tenebre mi scivolano dentro.
Adesso è tutto buio.

Andrea Francioli