Famiglia

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2012 - edizione 4

Le porte, così come le finestre, sono sbarrate dall’interno; sento nell’aria l’odore della loro paura, aumenta, aumenta, cresce come un cancro nel cuore di un vecchio. Li vedo, sono proprio qui, di fronte a me e nonostante sentano chiaramente la mia presenza, non si danno per vinti.
Era da così tanto tempo che non provavo una sensazione simile...
Non vogliono arrendersi, hanno visto morire i loro cari uno ad uno, ma non hanno il coraggio di accettare il loro destino; sono passati quasi dieci giorni da quando la piccola è stata morsa, ma loro continuano a far finta di nulla, continuano a tenerla legata al suo piccolo lettino rosa. Continuano a pensare che questo piccolo ammasso di carne putrefatto sia ancora loro: occhi vuoti, unghie spezzate e pezzi di carne tra i denti. Il mare di peluche che le fa da cornice è quasi comico.
E’ da poco calata la notte e gli amici della piccola sono arrivati, in perfetto orario, come sempre, vorrebbe aggiungere l’uomo, ma, al contrario, non apre bocca; sua moglie è seduta su di un piccolo sgabello in un angolo della cucina e tiene stretta tra le mani una fotografia rovinata. L’uomo guarda la sua donna e vorrebbe sussurrargli che andrà tutto bene, che tutto questo finirà; vorrebbe dirgli che l’ama e che la loro piccola guarirà presto e che non dovrà più nutrirsi della carne che riescono a procurarsi dai cadaveri che quelle cose lasciano in strada durante il giorno! Ma non può farlo, non può mentire alla donna che aveva promesso di amare e rispettare solo due anni prima, durante una calda giornata di giugno. E pensare, che in quel momento io ero così lontano dalle loro vite mentre ora eccomi qui.

Non li fanno più dormire, la bambina urla e grida in continuazione per la fame e i suoi simili, sentendola, non le danno un solo attimo di tregua; le barriere stanno per crollare, lo sento, ogni colpo potrebbe essere l’ultimo, ma scrutando negli occhi dell’uomo, di nuovo, non vedo alcuna paura. Non è ancora il momento.
Chi può essere definito forte? Un uomo che non si arrende di fronte a nulla è forte, o solo stupido? Me lo chiedo perché la scena che ho di fronte, come ogni volta, non mi da mai la risposta che cerco... Forse una donna che decide di togliersi la vita è una debole, oppure è da ammirare per il coraggio della decisione che ha preso? Siete esseri così complicati.
Ora è il momento giusto. Mentre lui piange la morte dell’amata, io raggiungo la piccola.
Lei mi può vedere, me ne accorgo subito: in mezzo alle urla e agli spruzzi di sangue scorgo un piccolo sorriso su quello che le rimane della bocca. la libero e l’ultima cosa che vedo, prima della fine di questa famiglia, è la sua sgraziata e feroce figura gettarsi giù dalle scale con la bocca piena di schiuma e vomito rossastro. Ha sentito l’odore, l’odore del sangue di sua madre.
Come sempre, a molti, come fine non piacerà, ma non potete farci nulla; nemmeno quando sarà il vostro turno potrete, perché quando sarò li, accanto a voi, non ve ne accorgerete nemmeno.

Lorenzo Ruggeri