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Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2011 - edizione 10

Iniziò con un crescente senso di nausea, di vertigine, un capogiro e poi un altro e un altro ancora, socchiuse gli occhi annebbiati e stanchi e si rannicchiò per combattere il freddo. Cadde dalla sedia stramazzando inerme al suolo e cominciò a vomitare una viscosa sostanza verdastra che impregnò la moquette e diffuse il suo penetrante odore acido nella stanza. Luci accecanti e colorate, flash violenti gli bruciarono le pupille spaventosamente dilatate, il volume della musica martellante lo stordì e le pareti gli girarono intorno sempre più veloci. I muscoli delle braccia, scossi da tremori incontrollati, furono squarciati da grosse escrescenze villose, costringendolo a grattarsi compulsivamente, lacerando la pelle con le unghie e strappando a morsi i tentacoli più resistenti. Un altro conato di brandelli carnosi, succhi gastrici e muco, la bocca riarsa e secca non produceva ormai più saliva e grosse gocce di sudore gelido gli colarono sul collo mentre, strisciando come un verme, cercò riparo.

In preda al panico, cieco e disorientato, tentò di rialzarsi sbattendo violentemente la testa contro lo spigolo del tavolo e procurandosi una profonda ferita che, lentamente, inzuppò i suoi capelli e il servizio di porcellana appena rovesciato di brodaglia scura. La respirazione fu sempre più difficile, i movimenti del torace spasmodici e irregolari e, con le mani alla gola, supplicò aiuto con voce roca e straziante. Il volto cianotico fu sfigurato da smorfie di dolore e disperazione mentre dalle labbra tumefatte colò un'abbondante schiuma rossastra; con un tonfo sordo il capo ricadde pesantemente al suolo e anche gli arti, nello stesso istante, smisero di divincolarsi.
Sul davanzale, i petali bianchi di un fiore solitario mostrarono i loro riflessi violacei alla luna, solo il tintinnio del cucchiaino nella tazza, girato da lunghe dita affusolate avvolte da guantini di pizzo nero, ruppe il silenzio mortale.

Elisa Molina

Nasce in provincia di Pavia nel febbraio 1984. Dopo aver letto “Criniera Rossa” in prima elementare, si appassiona alla lettura e inizia a riempire di libri la sua cameretta. Lavora come tecnica di radiologia a Novara e, da circa un anno, scrive racconti brevi e poesie.