Fino all'ultima goccia

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2011 - edizione 3

Luca osserva le mani infreddolite della nonna stendere i panni sotto il portico di casa. Ha finito le moltiplicazioni e ora vorrebbe un po’ di attenzione.
Pensa di non dirle più della lavatrice, di come faceva la mamma, tanto lei gli risponderebbe la stessa cosa: le maglie si rovinano in lavatrice!
Non le chiede nemmeno perché ora sbriga le faccende di domenica, il giorno del Signore. Perché a questa domanda ha già risposto togliendo il crocifisso dal muro.
Ancora indugia sulle sue mani che afferrano e torcono con forza le maglie. Per quanto le strizzi però, non è mai abbastanza, così gocciolano a lungo.
Invece ha notato che da qualche giorno piange di meno, perciò decide di farle quella domanda.
Nonna, cosa succede all’anima quando uno muore?
Subito alla nonna vengono le lacrime.
Luca lo sa che sono per papà, lui era suo figlio, mentre la mamma no.
Quasi un anno è trascorso dalla morte di sua madre, neanche due mesi da quella del padre, e la disparità di lacrime versate l’ha bene impressa.
Inutile rimarcarlo nuovamente perché la risposta sarebbe anche qui la medesima: la mamma era malata da tempo, e quando si è malati come lo era lei, è come se si morisse poco a poco. Si è preparati, in un certo senso, mentre con papà è stato diverso, perché inatteso.
La reazione della nonna lo inibisce. Decide di lasciar stare.
Sai nonna, volevo dirti che anch’io sono tanto arrabbiato, ma...
Ma cosa?
No, niente. Vado in camera a giocare.
La nonna ributta indietro le lacrime e decisa afferma: l’anima lascia il corpo.
Come?
Come. Ecco... come l’acqua lascia queste maglie. Vedi? Gocciola via. Le anime del tuo papà e della tua mamma sono in cielo. Questo volevi sapere?
Annuisce, poi si avvia verso la sua camera.

Vorrebbe urlare a sua nonna la verità. Dirle che non è colpa del Signore ma di Babbo Natale. Lui che non veste di rosso ma di nero, che non è per niente grasso. Lui. Apparso mentre scriveva la letterina, quella in cui gli chiedeva di far tornare la mamma.
Lui che non ha mantenuto la promessa, e si è preso anche suo padre. Lui che non si fa più vedere.
Steso sul letto, pensa ormai di dover rimandare al prossimo Natale, quando gli viene l’idea di scrivere una lettera, non una richiesta, bensì un reclamo, quindi, del tutto legittima.
Una volta scritta la occulta nell’armadio.
Il giorno seguente, corre tornando da scuola. Vuole vedere se c’è una risposta, ma entrando in casa il respiro quasi gli si arresta. In sala, a penzolare dal lampadario, un cavo elettrico stretto al collo, c’è la nonna; una sedia a terra e lì vicino quella che sembra la sua lettera.
La raccoglie.
Sei un bugiardo Babbo Natale io ho fatto tutto come mi hai chiesto.
Mescolato le medicine della mamma come mi hai detto di fare e messe nel piatto di papà.
Mi avevi promesso che se ti prendevi l’anima di papà poi mi ridavi quella della mamma.
Cosa ho sbagliato?
Crede di scorgere un fremito nel corpo della nonna. Deglutisce. Prende un catino, lo sistema sotto i suoi piedi e aspetta.
Ora farò tutto per bene.

Simona Carlini