L'oblio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Cosa poteva esserci di più straziante? In un attimo fu l'oblio, il nulla, solo mancanza totale.
I suoi occhi erano aperti, continuava a pensare, parole le passavano frenetiche in mente, ma sulle sue labbra non c'era più niente.
Come era accaduto? Stava dormendo! Sì certo, questo lo ricordava bene, stava dormendo e poi? Poi aveva sentito qualcosa scivolare nella stanza. La porta non si era aperta, la finestra era ancora chiusa, ma qualcosa stava scivolando nella stanza, proprio accanto a lei.
Era buio, poteva solo sentire l'odore acre e nauseabondo di quello strisciare. Lo sentì aggrapparsi alle sue coperte, tirarsi su e salire fino ad arrivare a lei e non vide nulla.

Lei se ne stava ad occhi spalancati in cerca di un qualcosa, di quel qualcosa, finché non sentì il suo peso proprio sopra il suo corpo e il caldo del suo respiro sulla sua faccia. Oh mio Dio, era sulla sua faccia. Restò così un attimo, lui immobile, lei pietrificata, poi l'oscurità si fece più tenue ai suoi occhi e cominciò a distinguere la forma di una bocca chiusa, sigillata e occhi vuoti. Era l'oblio dei suoi occhi che l'aveva presa! Sì, certo! Lei aveva gridato e gli aveva afferrato il volto orribile con entrambe le mani e lo stesso aveva fatto quella cosa, le aveva preso la testa e avevano gridato insieme, ma lui senza voce. Sapeva di poterlo sentire solo lei, finché non si accorse di non avere più voce sulle sue labbra e più nulla nei suoi occhi e fra le sue mani poteva solo sentire il suo stesso volto e sotto di lei il suo stesso corpo morto.

Ambra Dominici