Il mulino

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Fribiblugen anno del Signore 1645. Quando Angelica le comunicò la decisione di voler diventare una suora del convento della “Madonna del Vento”, subito comprese che non vi erano pozioni o fatture che l’avrebbero aiutata a riconquistarla.
Le voci cambiarono tonalità nel nominarla, quello che veniva sussurrato divenne un grido in piazza, allorché la farina ammuffì nelle dispense, gli animali vennero trovati crocefissi agli alberi e i tulipani divennero neri. Unanime fu la soddisfazione quando la strega, legata alle pesanti catene arrugginite, fu trascinata fuori dalla sua dimora e condotta negli uffici della Santa Inquisizione. A capo chino, davanti agli emissari del Signore si dichiarò colpevole e gli unici muscoli che mosse al momento della sentenza furono quelli che distesero la bocca in un sorriso; sarebbe morta nel Mulino.
Il patibolo, montato in collina, aveva la struttura di un mulino a vento olandese: all’interno vi era una finestrella/gogna dove il condannato inseriva la testa che sbucava sulla strada, e le pale, lame affilate montate su un asse con solchi a spirale poste a 6 metri e 66 centimetri, sfruttavano la forza del vento per avvitarsi e decapitare la cervice scoperta.

Ai tanti che ancora si avvicinavano in processione, la massa di capelli rossi vista da lontano poteva sembrare una macchia di sangue rappreso sulla facciata del Mulino, invece la strega, ancora viva, attendeva il vento che tanti benefici aveva portato alla città e alla sua Santa protettrice.
Un refolo forte e costante mulinò le lame così velocemente che, quando la testa saltò, il sangue che spruzzò sull’aia venne centellinato dalla bocca aperta degli astanti. I venti cessarono per sempre di spirare nello stesso istante in cui il corpo si divise; il sacrificio aveva compiuto il rito, la Madonna avrebbe maledetto e scacciato la novizia.

Giovanni Ruggiero

Giovanni Ruggiero, 30 anni. Le mie fonti di ispirazioni sono: Dario Argento e Clive Barker.