Trappola per gatti

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Quando esce di casa, lo accoglie un vento da gelare le ossa. L’uomo solleva il collo della camicia e osserva la strada. Sono le nove di sera.
Il quartiere, solitamente deserto, straripa di ombre e risate. Zucche arancio squillante ricolme di candele fissano i passanti dal riparo delle finestre.
L’uomo pensa che sia davvero bello, quel giorno dell’anno. Tanti piccoli mostri giocosi, e bambine addobbate da streghe che scorrazzano per strada, sfuggendo alla mano degli adulti. Halloween è un tripudio di libertà e incubi d’infanzia che si animano magicamente. L’uomo ricorda cosa provava da bimbo, ed è sicuro che molti ragazzini cominceranno ad esplorare le strade da soli. Conta che anche i suoi piccoli amici facciano altrettanto. Alice e Mark si sono vestiti da strega e da zombie. Li ha spiati mentre uscivano di casa, mano nella mano. E’ da un mese che promette loro un sacchetto di dolci, se verranno a bussare alla sua porta. Spera che ne trovino il coraggio.

L’uomo si sfrega le mani e rientra. Non riesce a trattenere l’eccitazione. Ha già previsto tutto. Sa quale dei piccoli terrà più a lungo, in cantina, per giocare al papà. Sa cosa desidera da Alice, e sogna di carezzare i suoi capelli biondi.
L’uomo sobbalza. Hanno bussato. Afferra veloce i sacchetti di cioccolatini che ha preparato e apre la porta.
“Dolcetto o scherzetto!” esclama Alice. Musino d’angelo dipinto di viola e verde.
Mark ride, animandosi in una mezzaluna rossa e beffarda.
“Scherzetto, scherzetto!” salmodiano i bimbi all’unisono varcando la soglia, mentre i loro occhi diventano rossi, e i canini sporgenti.
L’uomo cade a terra per lo shock in un intreccio di gambe e tappeto. Piccole mani di marmo gli sono addosso, e lo tengono giù. Prima che possa gridare, denti acuminati gli trafiggono la carotide.

Lisa Dallari