Star male

Giancarlo stava male.
Aveva pensato che fare un po' di jogging l'avrebbe distratto dalla sua insana voglia ma non fu così.
Il mese scorso aveva esagerato e aveva messo in pericolo la sua stessa posizione ma adesso era da troppo tempo che non ammazzava qualcuno e questa mancanza aveva generato in lui una specie di crisi d'astinenza.
Giancarlo arrivò presso la pineta, in preda agli spasmi si sedette su una panchina.
C'era un uomo col capo chino e una mano appoggiata su un albero. Non sembrava stesse molto bene.
Nessuno in vista. Quale migliore occasione? Giancarlo estrasse il suo coltello preferito, i tremori cessarono d'improvviso. Si avvicinò cauto alla sua vittima desideroso di squartarla e di inveire sul cadavere come mai aveva fatto prima.
L'uomo con la mano sull'albero doveva avere qualche serio problema, si lamentava e ansimava rumorosamente ma a Giancarlo questo importò ben poco.
L'uomo avvertì la minaccia e si voltò prima che il suo carnefice potesse colpirlo.
L'immagine che Giancarlo si trovò davanti non era però quella di un essere umano: gli occhi erano piccoli e schiacciati così come il naso mentre le fauci spalancate fino alle ginocchia rivelarono centinaia di piccoli aghi bianchi al posto dei denti.
Giancarlo lasciò cadere il coltello e cominciò ad indietreggiare e, appena il mostro si mosse, cercò di scappare. La fuga terminò subito perchè il busto del mostro si allungò in maniera abnorme dando modo allo stesso di aggredire Giancarlo e divorarlo in tre soli bocconi.
Dapprima sgrannocchiò la testa come fosse una nocciola gigante poi si avventò sul tronco e le braccia e infine sulle gambe.
Il nutrimento diede la giusta energia per completare la metamorfosi, il mostro finalmente poteva tornare alle sue sembianze umane e recarsi immediatamente in ufficio.
Alla sua scrivania il mostro iniziò nuovamente a sentirsi male, di solito succedeva se l'uomo ingerito aveva un tasso di malvagità molto alto ma lui non aveva avuto mai problemi a tollerare questo effetto collaterale.
Il malessere andava sempre aumentando. Si preoccupò e chiamò il collega dell'ufficio contiguo.

La porta si aprì di scatto.

 

- Hey Pietro, tutto bene?
- No, sto male... malissimo.
Il collega lo esaminò sommariamente e gli prese il polso per contarne i battiti.
- Hai mangiato?
- Sì...
- Chi?
- Un tizio che voleva farmi fuori...
- Cazzo... ti sei avvelenato.
- Come al solito... no?
- Non direi. Credo che tu abbia divorato un'anima nera.
- No... come può essere? Le anime nere le riconosciamo subito... giusto?
- In che stato ti trovavi?
- Demi... demimorfosi...
- Ecco.
- Ma stavo male... non ce la facevo più...
- Perchè? Adesso stai meglio?
- ...
- Aspetta. Chiamo subito un'ambulanza.

 

I paramedici non fecero in tempo. Pietro morì due minuti dopo. Fu diagnosticata una grave intossicazione alimentare da micotossine.
Anche Pietro, come Giancarlo prima di lui, non sarebbe mai stato più male.

Domenico Maiolo