La fessura

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2010 - edizione 2

Noto la crepa nel muro mentre mi appresto a ridipingere la cucina. E’ simile ad una ferita. Sfregia una parete da in alto a destra a in basso a sinistra, lasciando intravedere i mattoni sotto la calce. Non capisco come si sia formata, una simile fessura. Pare che un bisturi abbia aperto il muro come fosse cedevole pelle umana, mettendo in mostra la sua ossatura grigia e rosata...
Quando io ed Anna abbiamo comprato la vecchia casa e ci siamo messi a ristrutturare il primo piano, non c'era alcun segno sulle pareti. Forse rifletto. I lavori al bagno e all’ingresso hanno fatto cedere qualcosa che era sul punto di rompersi...
Per qualche motivo, sento il bisogno di toccare la “ferita” e ci metto sopra una mano, tastandone coi polpastrelli i margini. Incomprensibilmente, le mie dita cominciano ad affondare nella parete mentre la sottile fessura si allarga come una bocca, assumendo le dimensioni di un braccio. Non sono capace di fermarmi. I polpastrelli continuano ad affondare...
... finché non tocco qualcosa di morbido, liscio, caldo... in movimento.
In pochi istanti mi sento vacillare, e girare la testa. Mille insetti mi invadono la mente: cortei di scarafaggi e nugoli di mosche. Ritraggo il braccio di colpo, con la sensazione di aver appena avuto il mio primo orgasmo da paura. Sento il corpo fremere di eccitazione ed orrore in un misto di sentimenti indissolubili. Incespico all'indietro, fissando la crepa e aspettando che i fremiti della carne si plachino. Le dimensioni del piccolo “slabbro” sulla calce sono tornate microscopiche.

Ho il cuore in gola. Forme indistinte e saettanti mi circolano agli angoli degli occhi come formiche impazzite. Intontito, mi siedo al tavolo, davanti alla fessura, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Macchie nere, simili a scarafaggi, si sollevano dal pavimento inviandomi immagini di orrore e piacere infinito. Fessure nei muri della casa masticano, ridono e sussurrano parole che non capisco, ma che mi riempiono la testa di colori e forme in movimento...
Mi sollevo, con la mano destra tesa in avanti. La piccola striscia nera sul muro della cucina ha triplicato la sua larghezza e ora, davanti a me, si spalanca una voragine nera, pulsante. Un cratere buio, colmo di punti saettanti; fatto di vuoto, eppure pieno. Come la pelle di un colossale universo di carne...
Sollevo entrambe le mani e le protendo, implorante, verso la fessura. Un gigantesco tentacolo nero, simile ad un ramo bruciato, flessibile come gomma, scatta verso di me e mi circonda il corpo in un abbraccio...

 

E' sera quando riapro gli occhi. Ho sentito una chiave girare nella toppa. Qualcuno è all'ingresso.
“Giorgio?”
La voce di Anna mi raggiunge. Sollevo il busto da terra. Fisso la parete. La fessura è scomparsa. Mi rimetto in piedi e tasto il mio corpo dal ventre alla faccia...
Quando Anna entra dalla porta della cucina, mi volto. I suoi occhi mi fissano dal fondo di un terrore sconfinato. Poi, la fessura si apre dentro di me, abbagliandola con la sua oscurità...

Lisa Dallari