Mi "guardo" morire

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

L'uomo procedeva a passi veloci... cercava qualcosa... non si curava di nessuno... sembrava avesse uno scopo... sembrava che non gli importasse uccidere tutti... ma uccidere "qualcuno".
Teneva in mano quell'ascia come se fosse una racchetta o una mazza da gioco. Il suo gioco.
Doveva solo trovare la pallina giusta...
Tennis? baseball? Ping pong? Forse niente di tutto ciò... era il suo gioco...
IO invece... continuavo a guardare quel film... avevo freddo e tremavo senza sapere il perché.
Notai qualcosa di strano... il viottolo nel film sembrava familiare. Ma forse perché le case americane sono tutte uguali o forse il film mi stava facendo impazzire.
Non era quello... l'uomo si fermò; fissava qualcosa.
Dietro di lui: una bici rossa poggiata su un albero simile a quella che avevo chiesto per il compleanno.
DRIN... il telefono.
Quel suono mi faceva impazzire... vedevo gli occhi dell'uomo nello schermo.
Sembravano cosi vivi...

DRIN!
Presi il telefono
- Pronto?
- Pronto figliuolo?
- Papà? Che succede?
- Volevo solo farti gli auguri di buon compleanno...
- Oh grazie papà
- Indovina! Il tuo regalo è fuori dalla finestra.
- Che cosa hai detto papa'?
- Il tuo regalo! Vai alla finestra.
- Papà dimmi che c'è' fuori?
- Sorpresa... vai a vedere
- Ti prego dimmelo...
Non sentivo più nulla..
Solo il silenzio.
Mi feci forza; avevo paura di guardare fuori. Ma la vidi:
La bicicletta rossa... la stessa del video... una coincidenza?... cominciavo a non capire più nulla...
Decisi di tornare al film ma vedevo solo la mia immagine riflessa... mi avvicinai per vedere meglio. C'era solo l'immagine di una porta che si apriva ma capii subito... bastava girarsi... il film che stavo guardando lo stavo vivendo... il serial killer aveva trovato la "sua" palla da gioco...

Eleonora Trudu