Qualcosa nel buio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Marco ne era sicuro.
Di notte, nel buio della propria stanza, qualcuno o qualcosa si muoveva.
All'inizio sentiva solo degli strani rumori, che provenivano dall'armadio.
Aveva acceso subito la piccola lampada sul comodino, ma non c'era nulla!
Però la porta dell'armadio era socchiusa. Si era scordato di chiuderla?
La notti successive i rumori erano cambiati e non erano i soliti scricchiolii di assestamento del pavimento; piuttosto era come se ci fosse qualcun altro nella sua camera, qualcuno che cercava di avvicinarsi al suo letto cercando di non fare rumore.
Aveva acceso di nuovo la luce e vide che l'armadio era chiaramente aperto: a circa un metro da esso c'era, in terra, un suo vecchio pupazzo, quello che raffigurava un clown.
Era disteso in avanti, come se stesse strisciando verso di lui per venire a prenderlo.
Lo aveva sempre odiato quello stupido pupazzo, con le sue orribili braghe a strisce bianche e rosse.
Per non parlare dell'insopportabile ghigno stampato in faccia, che sembrava deriderlo in ogni momento.

Era per questo che lo aveva messo nell'armadio, assieme ai vecchi giochi che ormai non usava più.
Per il resto della nottata aveva lasciato la piccola luce della lampada del comodino accesa, non aveva chiuso occhio ma il clown non si era più mosso.
Così aveva deciso di dormire sempre con la luce accesa, cercando di non farsi scoprire dai suoi genitori che, sicuramente, non avrebbero acconsentito.
Aveva preso in prestito anche la torcia elettrica di suo padre, tanto per stare tranquillo.
Ma questa notte c'è un forte temporale e la luce manca già da un bel po'.
Le batterie della torcia si stanno scaricando e il buio sembra sempre più vicino.
Marco lo sa, lo sa che il clown è lì, nell'armadio e quando ci sarà la completa oscurità lui verrà a prenderlo...

Luigi De Conti