Gli occhi nel buio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Sono cosciente da pochissimi secondi e immediatamente avverto un dolore troppo forte e insostenibile lungo tutto il corpo per stare calmo senza chiedermi che cosa mi sia capitato.
Il bruciore è così acuto da farmi scordare il mio nome, a ogni più piccolo movimento sento il bisogno di dover vomitare, senza contare che l’unico sapore che predomina nella mia bocca è quello del sangue fresco.
La sala in cui mi trovo è quasi buia, tranne un leggero raggio di sole che mi batte fastidiosamente sugli occhi.
Passa attraverso una fessura nel muro, così sembra... non ho tanto tempo per pensare, perché l’atroce sofferenza mi lascia ben poco spazio anche per capire chi è quella persona che mi sta fissando in fondo alla stanza.
Non sono solo.
Proprio come me se ne sta immobile con lo sguardo vitreo, anche lui ha gli occhi illuminati dalla luce di un piccolo spiraglio.

Cerco di parlargli, ma le fitte che mi attraversano la faccia sono lancinanti, è come se avessi le labbra incollate, non riesco a formulare nessuna domanda.
L’individuo non si muove e continua a fissarmi.
Mi decido a reagire e urlando con tutta la mia forza, mi alzo in piedi.
Sto malissimo, voglio uscire da questa situazione.
Qualcosa sfiora la mia testa, sembra una catenella, la tiro e si accende finalmente una lampadina.
Un grande specchio riflette l’orrenda immagine del mio corpo completamente scuoiato, ogni centimetro della mia pelle è svanito e con orrore mi accorgo che stavo semplicemente osservando i miei occhi nel buio.
I muscoli insanguinati sono ben visibili sotto il gelido riverbero della lampada.
Cado a terra e vedo me stesso strisciare di schiena sul soffitto.
I bulbi oculari sono enormi, striati e violacei, la bocca dilatata a dismisura.
È chiaro che la mia epidermide sta rivestendo un’agghiacciante creatura.

Jacopo Mondini