Paura di morire

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Apro gli occhi, è tutto buio, li richiudo lentamente pensando a un incubo, li riapro timoroso ma la visione è la stessa. Comincio a tremare, urlo, mi agito animosamente ma sono bloccato. La caviglia destra è immobile. Allungo la mano verso la gamba e capisco di essere legato da una catena come un animale. C’è un odore nauseabondo. Sono in trappola. Immerso nel terrore, a un tratto sento un rumore sinistro. Una porta poco oleata si apre. Intravedo uno spiraglio di luce, capisco finalmente di essere rinchiuso in una gabbia. Vicino ve ne sono tante altre. Il mio sguardo ritorna verso la porta e vedo entrare due mostri alti. Penso sia finita e comincio a pregare con gli occhi chiusi. Un urlo devastante mi fa riaprire gli occhi colmi di terrore, e capisco che mi devo alzare. Così faccio. All’improvviso due fasci di luce vengono dirottati su di me, provocando un abbagliamento tale da non vedere più niente. I minuti trascorrono interminabili. Dopo poco sento la porta della gabbia aprirsi.

La gamba è nuovamente libera. Riapro nuovamente gli occhi e rimango senza fiato. Sono in un bosco dalla vegetazione fitta e tetra, assieme a tanti mostri uguali ai primi. Hanno la pelle verdastra, le unghie affilate come lame, rese luccicanti dalla luna piena. Accanto vi è un’astronave dalle dimensioni stranissime. Sono alieni. Un nuovo fascio di luce mi investe violentemente, provo sensazioni di forte calore e non posso fare a meno di spogliarmi. Il caldo è sempre più insopportabile, rimango in slip agitandomi furiosamente. All’improvviso il fascio di luce scompare, il calore anche e comincio ad avvertire freddo. Mi rivesto velocemente prima di congelare. Ora non sento più rumori, riapro gli occhi, ancora tremante e capisco di essere solo. Raggiungo un viottolo e mi ritrovo sulla statale. L’incubo è terminato.

Francesco Gimigliano

Nato a Crotone il 09.12.1973, agente di pubblica sicurezza, laureato in sociologia, ho partecipato a diversi concorsi letterari, inoltre ho scritto diversi pensieri su quotidiani locali.