La fame

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Nessuno è in procinto di arrivare, nessuno osa disturbare il mio rituale.
La notte è oscura, fredda, magnetica. Ideale. Alzo lo sguardo, i miei occhi gialli scrutano le tenebre. Sono solo.
Come sempre.
Addento il corpo, ne assaporo il gusto in bocca, lascio che le mie zanne penetrino nella tenera carne e ne strappino una parte. Mastico lentamente e ingoio. Dalle mie labbra colano rivoli di sangue che mi imbrattano il volto come se indossassi una macabra maschera di Morte, le mie zampe sono appiccicose per via del liquido scuro.
Questa è il momento che preferisco. La solitudine della caccia, la soddisfazione del pasto.
Strappo un altro pezzo di carne, ma un rumore attira i miei sensi. Rimango immobile a osservare la il buio e scorgo un’ombra tra le ombre. Non potevo chiedere di meglio.
Inghiottisco ciò che ho in bocca e mi confondo con le tenebre, scivolo senza far rumore nell’oscurità e l’ombra comincia a fuggire.
La rincorro, dietro di me lascio una scia di sangue scuro e con pochi balzi la raggiungo. È una ragazzina. Mi basta afferrarla al collo, la osservo, piange e si dispera.
Come sempre.

Forse ha capito chi o cosa sono, ma non riesce a credere neppure ai suoi occhi. Non riesce a comprendere la mia esistenza, mezzo uomo e mezzo lupo.
Sul mio muso appare qualcosa di simile a un sorriso, stringo la zampa intorno al suo corpicino delicato, è fragile. La mia Fame invece è insaziabile.
Affondo le mie zanne nel suo collo, uno schizzo di sangue mi imbratta il muso, ma la carne è tra le più tenere che abbia mai gustato. Poco dopo la ragazza smette di agitarsi e il corpo rimane inerme.
L’ennesimo pasto si è concluso, ma domani ce ne sarà un altro.
Come sempre.

Matthias Ianniello

Sono un ragazzo di 26 anni che da qualche tempo si diletta con la scrittura. Mi piace leggere, viaggiare e scrivere e fortunatamente riesco a unire tutte le mie passioni.