Paura del buio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Guarda l’ora. Le nove. Anche stasera ha fatto tardi. Ultimamente sta lavorando troppo. Esce dall’ufficio, richiudendosi la porta alle spalle. Il giroscale del palazzo è buio e cerca l’interruttore, tastando il muro con la mano.
Click. Buio. Click. Ancora buio. Maledice quello della manutenzione e si avvicina alle scale. Non si fida dell’ascensore. Il cuore le batte forte, ha paura del buio. Per distrarsi, scendendo, conta gli scalini. Il rumore dei tacchi le fa compagnia. Tac, uno... tac, due... tac, tre... SLAM! Cos’è stato? C’è qualcuno? Si ferma ad ascoltare. Silenzio. Poi, appena percettibile, uno scricchiolio. Silenzio. Un altro. Poi un altro. Passi? C’è qualcuno? C’è qualcuno? urla. Nessuna risposta. Il cuore le martella il petto, i passi (ma sono passi?) sembrano più vicini. Deve scappare, l’uomo senza faccia l’ha trovata. Si toglie le scarpe e corre, il secondo piano... il primo... il respiro affannato, il cuore impazzito. Ci siamo, l’ultima rampa, si vedono le luci del parcheggio, ecco la porta, fuori!
Salva!
Getta le scarpe a terra, le mani sulle ginocchia. Respira. Respira e ride. Ride forte.
Alza la testa verso il palazzo. Il giroscale è illuminato. Non ride più. Torna dentro, vuole controllare. Attraversa l’atrio, si avvicina all’interruttore. In quel momento, la luce si spegne.
Click. Buio. Click. Ancora buio.

Di nuovo quello scricchiolio, ora accompagnato da un sussurrio macabro che ripete ossessivamente morte, morte, morte.
La porta! Deve uscire, fuori sarà salva. Poggia la mano sulla maniglia, che cede. La porta si apre.
Una mano le afferra una spalla. Lei urla, qualcosa di freddo le sfiora il collo. Un liquido caldo le cola addosso. Sangue. Urla ancora, agita le braccia a vuoto davanti a sé.
Improvvisamente, è fuori. Dietro di lei, la porta è chiusa, la luce accesa. Dentro, nessuno. Una pozza di sangue giace sul pavimento.

Debora Vichi

Sono nata a Rovereto (TN) il 17 febbraio 1973. Ho una formazione umanistica e, attualmente, mi occupo di formazione (sono progettista di percorsi formativi per imprenditori artigiani). Convivo da un anno e non ho figli. Ho frequentato in passato due corsi di scrittura creativa e, quando posso, mi ritaglio del tempo per scrivere, fondamentalmente perchè scrivere mi diverte.