L'abisso al di là delle stelle

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Quando quella lacrima lucente cadde dal cielo nel bosco non lontano da casa mia, non ci fu nessuna grande esplosione, nessun boato risuonò nella valle, né vi fu alcun incendio, solo una tenue luce blu tra gli alberi nel punto dell’impatto. Ora maledico l’incontenibile curiosità che mi condusse in quel luogo in piena notte.
Quando arrivai trovai solo rami spezzati e al posto del cratere che mi aspettavo solo un piccolo avvallamento con al centro una piccola sfera nera adagiata sul fondo.
Ebbi giusto il tempo di specchiarmi sulla sua superficie, poi essa si levò in aria e subito si dissolse in uno sciame di punti neri, che agitandosi in aria in sincronia composero e ricomposero un numero indefinito di strane, incredibili forme. Non avevo mai visto nulla di simile e non saprei nemmeno trovare le parole per descrivere quelle volubili e effimere sculture che si agitavano di fronte a me. Posso solo dire che mai, prima o dopo di allora, qualcos’altro m’inculcò tale terrore.
Volevo urlare, ma la mia bocca non emetteva alcun suono, volevo scappare, ma nessun muscolo rispondeva alla mia volontà.

Lo sciame mi piombò addosso, avvolgendomi in un impetuoso vortice oscuro e fu allora che intravidi sgomento le orribili creature che si agitano nell’abisso infinito oltre la volta celeste. Arti coriacei dai mille uncini, enormi ventri molli gravidi di chissà quali orrori, grappoli di occhi rossi che ti spiano e denti scheggiati con cui dilaniarsi a vicenda...
Poi tutto svanì.
Solo qualche ramo spezzato rimase a testimonianza materiale di ciò che era avvenuto in quel luogo, nel quale non osai rimettere mai più piede.
Ora, quando alzo lo sguardo al cielo stellato non posso che provare una profonda angoscia, consapevole di quali orrori si celano nei più remoti e oscuri recessi al di là delle stelle.

Simone Babini