Heartbeat

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Quasi la sensazione di soffocare... di non poter più far entrare aria nei suoi polmoni macilenti e inumani...
Il suo cuore pulsava forte e reclamava... sì era una droga... i suoi pensieri eran diretti solo a quello...
Sentiva a chilometri il palpitare dei cuori, di quelle vite che poteva spegnere in un istante con la sua sete insaziabile...
Battiti... battiti... battiti gli pulsavano nelle orecchie, un caos moltiplicato all’ennesima potenza.
Lui uscì finalmente dal suo tetro e squallido nascondiglio. O meglio non Lui, non era più un essere umano... né una cosa... ma un mostro di sovraumana forza e violenza che si voleva solo nutrire di sangue.
La prossima vittima sacrificale era lì sdraiata sul lettino ai bordi della piscina. Affamato dietro a un cespuglio si diresse con ansia e disperazione per far cessare quel battito e per far suo il liquido vermiglio...

Ella, ignara, sentì solo il tanfo della morte avvicinarsi al suo cospetto; era riuscito a stritolarla in un abbraccio mortale e sul collo di lei vibravano i grossi vasi.
Si avvicinò con la bocca alla fonte del piacere, ne trasse godimento e fiumi di sangue scorrevano su quel corpo esangue e cereo.
La lama della fredda signora la colse e recise la sua vita. Si era compiuto il Delitto.
L’Ombra se ne sgattaiolò via nell’oscurità per ritornare nel suo nido, aspettando il nuovo giorno. E ancora nella sua mente riecheggiavano le grida e i battiti... battiti... battiti...

Andrea Zanchi