Il contratto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Filippo Starni non poteva ancora crederci : un passo soltanto e la sua vita sarebbe cambiata. Dietro quella porta a vetri con scritto “OLOV AIDLI: AMMINISTRATORE CONCORSO WIN 4 LIFE” si nascondeva una piccola Eldorado.
Bussò.
“Avanti”.
Filippo aprì la porta.
L’uomo nella stanza studiava con attenzione alcune carte sparpagliate sulla scrivania, disinteressandosi di lui.
“Lei sarebbe...?” bofonchiò senza alzare lo sguardo.
“Ecco, io - rispose Filippo sfoderando dalla tasca un gratta e vinci - mi chiamo Filippo Starni. Sono venuto qui per ricevere il... premio... Qui sta scritto: ‘Avete trovato tre stelline? Allora avete vinto 5000 euro al mese...’”.
“Per il resto della vostra vita! - concluse l’uomo, sfoderando un sorriso. “Che piacere! Sono Olov Aidli. Si accomodi!”.
Filippo prese posto.
“Olov... Che strano nome!”.
“Origini norvegesi. Allora, vediamo questo biglietto!”.
Filippo glielo porse. L’uomo scrutò il tagliando con attenzione certosina.
“Bene, mi pare tutto regolare. Dobbiamo solo firmare il contratto e poi potrò consegnarle la sua prima rata!”.

Gli occhi di Filippo si illuminarono. Mentre l’uomo gli indicava dove firmare, si immaginava spiagge dorate e variopinti cocktail con ombrellini. Una volta firmato, l’uomo gli sfilò il contratto da sotto le mani con una velocità tale che gli tagliò l’indice. Una piccola goccia di sangue aveva macchiato la carta.
“Oh, che sbadato! Mi scusi tanto” disse l’uomo.
“Non si preoccupi, è solo un graffio” minimizzò Filippo.
“Ah, bene. Allora, questi sono i soldi. Ancora congratulazioni e spero di rivederla molto presto!”.
“Grazie, buona giornata!”.
Filippo si alzò dalla poltrona e si diresse verso la porta a vetri.
“Che strano - pensò - all’incontrario il nome di Olov Aidli pare...”.

 

Un brivido gli percorse la schiena.

 

Istintivamente si voltò verso la scrivania ma l’uomo era scomparso.
Sparito.
Volatilizzato.

 

“Maledizione” mormorò Filippo, ma fu solo un attimo.
Aveva tutta l’eternità per dannarsi l’anima.

Mattia Bertoldi