Una buona madre

Ascoltami Clara, mi spiace che nonostante i miei sforzi tu non riesca ancora ad accettare la nostra bambina. Credo di aver fatto tutto il possibile affinché le cose potessero andare nel migliore dei modi e sono sempre disposto ad assumermi le mie responsabilità di marito. Ma oltre che un marito, adesso, sono anche un padre e non sono più disposto a tollerare il tuo atteggiamento snaturato; non dopo che hai quasi staccato un braccio alla nostra piccola nel crudele tentativo di scaraventarla fuori di casa.
So che Annika è una bambina difficile: il suo mutismo può risultare snervante ed il modo ostinato in cui ti guarda a volte lascia sconcertati. Ciononostante, sai perfettamente che nostra figlia ti vuole un gran bene anche se non sempre riesce ad esprimere questo suo sentimento con le parole (ma c’è proprio bisogno delle maledette parole in una vera famiglia?).
Se ripenso a come eri felice la prima volta che hai visto Annika, a come l’abbracciavi teneramente, alle frasi dolci che le sussurravi mentre la pettinavi. E adesso? Sei diventata un’altra persona, non ti riconosco più. Ma so cosa hai fatto: Annika mi ha detto tutto. Invece di farle capire quanto l’abbiamo voluta, quanto ci siamo impegnati per adottarla, sei andata a raccontarle che l’abbiamo comprata per pochi euro da un vecchio straccivendolo. Ma ti rendi conto di quanto sei stata cattiva e patetica? Dove credi di vivere? In uno dei tuoi stramaledetti romanzi di Dickens?

Clara se non ce la fai, se pensi di essere vittima di un esaurimento nervoso, io sono disposto a fare qualsiasi cosa per aiutarti: avrai tutto il mio appoggio e ci rivolgeremo ai migliori specialisti. In fondo può capitare a chiunque di attraversare un periodo di stress.
Se invece ti sei semplicemente stancata di me e vuoi il divorzio sappi che (seppur a malincuore perché ti amo e ti amerò sempre) sono disposto ad accettare anche la separazione. Ma non usare la piccola Annika come alibi!
Come dici? Vuoi sapere come sta quel bellimbusto che ti sei portata a casa stamattina? Non lo so, ha smesso di sanguinare ma non si muove. Non mi sembrava di averlo colpito così forte. Smettila di raccontarmi la frottola che è un medico e che lo hai chiamato solo per aiutarmi. Sarà piuttosto uno dei tuoi amanti. E comunque non doveva permettersi di chiamare nostra figlia “pupazzo di plastica”! Va bene. E’ alta soltanto dieci centimetri, ha gli occhi di vetro e non è particolarmente vivace ma guarda quant’è carina. E poi è ancora una bambina, con il tempo crescerà.
Smettila di piangere Clara, lo sai che non ti farei mai del male. Però non ti slegherò. Devo prima incollare il braccio ad Annika. Nel frattempo rimarrai chiusa nell’armadio, dove magari avrai modo di riflettere su come deve comportarsi una buona madre.

Raffaele Siano