Dentro di te

La donna è al centro del pentacolo, l’uomo la cinge per il collo con un braccio mentre recita le formule di rito.
- Ho due bambini... Ti prego, non lasciare che mi uccida! - mi implora.
I suoi occhi sono rossi per il pianto, e la sua voce è fievole e atterrita.
Le impongo una mano sulla testa e mi appare davanti tutta la sua vita. Ragazza madre a quattordici anni, una figlia avuta da un altro uomo a diciannove».
- Ti imploro....
Il primogenito morirà di anfetamine e alcol nel parcheggio di una discoteca a ventidue anni, la seconda si getterà dalla terrazza di casa a ventisette.
- ... per i miei figli!
Storie come tante che ho già visto. Cariche dello stesso dolore.
Sono i miei occhi, i miei occhi da angelo, che li spingono a supplicarmi. La sola cosa che ricorda quello che eravamo prima che ci ribellassimo. Lui con una mano le tira indietro la testa per i capelli, e con l’altra le taglia la gola senza esitare. La donna scivola sul pavimento senza smettere di fissarmi.
Cosa si aspettava da me?
- E ora? - mi domanda l’uomo.
Spezzo i sigilli e gli porgo il contratto.
- Traccia un segno con il suo sangue - gli dico.
L’uomo intinge due dita nella pozza di sangue che si è allargata fino ai sui piedi, e lascia che le sue dita scivolino sulla pergamena tracciando un segno rosso sulla carta ingiallita.
- Il patto è stipulato - dico.

L’uomo sorride, solleva il pugnale oltre la sua testa per lasciarlo subito dopo ricadere contro il suo petto. Urla di gioia quando è sicuro che nulla potrà più ferirlo.
- Sono indistruttibile, sono immortale...
E’ questo l’uomo? E’ questo la meraviglia del creato?
Riavvolgo il contratto ed esco dalla stanza, e cammino per i corridoi fino a raggiungere la reception dell’albergo.
- Chiami la polizia - ordino al portiere. - Una donna è stata appena uccisa nella stanza 170. Il suo assassino è ancora dentro.
Poi mi siedo in un angolo della sala, chiudo gli occhi, e aspetto; ma non devo attendere a lungo.
Sento prima le sirene delle auto che si avvicinano, poi il suono concitato di passi veloci per i corridoi, e infine il rumore di una porta sfondata.
- Non potete farmi nulla stronzi, sono Superman... Ah-ah-ah! Avanti, forza sparate... - grida l’uomo eccitato.
Da dove proviene tutta la bramosia dell’essere umano? La sua crudeltà? Io non ho una risposta a queste domande.
- State tutti attenti, ha un coltello... Non ti avvicinare di più, pezzo di merda. Ha capito? Cristo... - urla uno dei poliziotti. Poi gli spari riecheggiano per tutto il caseggiato.
- Doveva essere strafatto - commentano gli uomini prima di lasciare l’albergo.
Finisco di sbriciolare la carta bruciata tra mie le mani - che cade come fiocchi di neve nere sopra i miei piedi - poi mi alzo e vado via anch’io.
Non c’è salvezza per questo mondo.

Michele Bolettieri