Sorella

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2016 - edizione 8

Geme. Un buon segno quando sei con il viso tra le sue gambe. Questa non è una con cui vai tutti i giorni, non so nemmeno come sia riuscito a rimorchiarla, ma mentre cantava nel locale con la sua band mi ha stregato e trovarmela accanto al bancone è stata una fortuna che non potevo sprecare. Ed ora eccomi qui, con la faccia premuta contro questa figa da paura, perfettamente rasata e liscia, ad assaporarla, succhiando il clitoride e scivolando dentro e fuori con la lingua mentre mi guida, stringendomi i capelli tra le dita. Sudore caldo cola lungo la schiena mentre mi concentro per seguire il suo corpo e farla impazzire. La sento mentre ansima e contrae i muscoli. Allungo le braccia per strizzarle i seni con le mani mentre premo la bocca spalancata, leccandola a fondo. Una dea rossa e sinuosa, pericolosa. Lo sento a pelle, come un pizzico dietro il collo, un brivido che mi corre lungo la schiena. Una donna da cui stare alla larga, ma in cui mi sto perdendo sempre più. S'inarca mentre urla.
Mi sollevo sulle ginocchia, il sudore scorre denso sul culo. Lei si gira carponi e, sorridendomi affamata mentre si avvicina, fa scivolare la lingua dalle palle, lentamente per tutta la mia lunghezza, fin sulla punta. Chiudo gli occhi e contraggo i muscoli mentre le sue labbra scivolano intorno alla mia cappella e giù, fino a prendersi in bocca tutto il mio cazzo.

 

Serata fortunata, non è il solito spaccone. Non sa solo parlare e se scopa bene la metà di come usa la lingua... Trema di piacere mentre lo prendo fino in gola, sfiorandolo con i denti quando torno indietro e mordicchio la base del glande. Trattiene il fiato mentre la succhio e con le dita carezzo le palle, facendolo poi scivolare ancora in bocca e assecondando i sui movimenti. Lo voglio, adesso. Mi sdraio a gambe larghe, un invito per il suo uccello. Si china su di me, mi fa sentire quanto è duro premendolo sul clitoride e poi sulle mie labbra bagnate. Sento la punta spingere senza trovare alcuna resistenza e scivolarmi dentro, riempiendomi tutta mentre rivolto gli occhi indietro per l'estasi. Quando comincia a sbattermi ritmicamente stringo le lenzuola e mi mordo il labbro. Dopo un bacio comincia a succhiarmi i capezzoli. Il tempo sembra fermarsi, non sono mai stata montata così prima. Stringo il suo culo, caldo e appiccicoso, forzandolo a sfondarmi più forte. Sbavo mentre godo, ci sono quasi. Esce di scatto, alzandosi sulle ginocchia e grugnendo il suo orgasmo mi viene addosso, coprendomi di sperma e restando immobile.
Mi alzo dal letto.
«Potevi aspettare altri due minuti»
«Scusa, non ho resistito»
Trattengo il fiato guardandolo. La sua schiena è squarciata dalla base del collo, il midollo svuotato. Cade sul letto imbrattato di sangue quando un tubo carnoso si stacca dalle vertebre. Dall'ombra emergono otto occhi, un aracnide enorme avanza verso di me.
«Che spreco, ma ormai. Sorellina, preparami la cena mentre mi lavo via il sangue»
Uscendo dalla stanza, la sento preparare il bozzolo.

Fabio Maria Piacentini