Giada

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Nell’ombra la bestia famelica consuma il pasto, nascosta; bestia senz’anima, stirpe dannata nel sangue, col sangue creata. La vita scorre lontana nel ricordo, la morte inonda la sera sanguigna. La Luna ghigna nella pozza vermiglia, la luce inonda la mano abbandonata a terra, esangue; caldi e soffocanti gli amari effluvi salgono nell’aria, avvelenandola.
Gli occhi lucenti cadevo nel buio, lontani nel vuoto, consacrati al demone assetato; il sangue scorre lento e bruciante sulle carni ghiacciate del vampiro bramoso. Foschi capelli ricoprono il corpo flessuoso che soffoca il cadavere dormiente in eterno tra le sue braccia. Lontane, nenie festose ricordano la vita passata.
Sangue nel sangue, il corpo cade a terra svuotato, immobile. Dannata la bestia si gode l’agrodolce sapore della vita soppressa, vittima di sete ancestrale. Eterno supplizio, al dolore consacrato, l’anima volta scacciata dalla bestia. Le fauci digrignano, il ventre ribolle, la fame richiama il suo tributo.

Giada preziosa rifulge nella notte, occhi felini riflettono l’eternità sepolcrale, dannata nel sangue. Felpata la nuova bestia si avvicina alla sua Signora; dolce s’inchina, servile la bacia, legati nell’eterna vita morente, Vincolo di sangue. Desiderio d’Amore, brama di calore: nella notte scura le sanguigne creature rivivono insieme le perdute emozioni, ormai soffocate.
Nell’eternità del Dolore, la Giada rifulge con famelica brama per il sangue non ancora versato.

 

Gli occhi si schiudono, l’affanno si cheta, dolce la Luce soffoca la Notte. Smeraldini gli occhi umani osservano la stanza vuota e familiare, si specchiano, si scrutano non riconoscendosi.
La notte ha portato via la giada, e la sua Signora.

Flavia De Palma

Nata a Napoli nel lontano 1987, fin da quando le gambe hanno iniziato a reggere all'età di un anno e mezzo, Flavia ha sempre corso: in mezzo alla strada per la disperazione del padre, a scuola con la maestra alle calcagna e ovviamente anche all'università dove ha deciso di pensarci bene prima di prendere una decisione definitiva. Mentre tentava di divincolarsi tra i numeri di Analisi e Architettura ha iniziato a scrivere poesie per non essere costretta a suicidarsi e a giurisprdenza pensava bene di scrivere il suo primo raccolto breve alla sua migliore amica per il suo compleanno invece di provare a decifrare le leggi varie; quando finalmente ha trovato qualcosa per lei che non la facesse correre a gambe levate ha iniziato a seguire un corso di illustrazione, perchè Flavia o scrive o disegna quello che scrive. Sempre.