Il figlio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Quella notte calda ed umida cercavo solo mia moglie ed il figlio che lei portava in grembo. Avevo seguito le tracce sino ad un vecchio deposito, in cui l’aria vibrava di un silenzio innaturale, c’era odore di legno marcio, ruggine e muffa. La polvere bruciava sulla pelle e colava negli occhi assieme al sudore. Cercavo, ansimando, ma la luce tremula della torcia proiettava solo un disco di realtà attraverso il buio: fui preda del panico cieco e sentii il cuore pulsare nelle orecchie, assordandomi, ma continuai ugualmente a camminare, chiamando il nome di lei con voce strozzata.
Nel silenzio udii un gorgoglio, un suono debole, gutturale e soffocato, frammentato allo scalpiccio dei miei passi sulla ghiaia.
Seguii il suono, che sembrava chiamarmi per nome: ed infine, nel cuore di quella rovina di pietra ed acciaio, la trovai.

Era in piedi di fronte a me, nuda, il volto esangue solcato da occhiaie, lo sguardo spento e la pelle livida. Percepivo nostro figlio dentro lei. Era lui la fonte di quel rumore: era il suo pianto, era il rantolo dei suoi polmoni, il battito del suo cuore.
All’improvviso un rivolo di sangue apparve sul ventre tondo e liscio, una mano minuscola lacerò la pelle dall’interno cercando la luce e la vita, ed il sangue colò denso e scuro.
Lei restava silenziosa, indifferente allo strazio del proprio corpo, mentre le mani del feto le allargavano uno squarcio irregolare nell’addome: un varco aperto con violenza e rabbia vincendo derma, ossa e carne. Con un suono fradicio e rivoltante la creatura sgusciò dal sangue all’aria abbracciando il nostro mondo ed un puzzo di carne morta riempì l’aria.
Mi guardò allora con occhi lattiginosi, non ancora pronti alla luce, eppure già malvagi, crudeli, demoniaci.
Al culmine del mio orrore egli parlò: “Sono tuo figlio, uomo”.

Alberto Corba

Dopo il liceo classico e la laurea in Economia ho iniziato la mia avventura nel mondo del lavoro, prima da dipendente ora da imprenditore in ambiti molto istanti dalla scrittura e dalla letteratura in genere. In tal modo ho distinto due vite parallele nelle quali soddisfo le mie ambizioni e le mie passioni umanistiche, oltre ad infiniti e variegati interessi. Ho scritto un corposo romanzo fantasy, un’infinità di racconti sempre caratterizzati da una atmosfera surreale e qualche brano teatrale.