Paziente Alfa

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Roma era stata riconquistata dalla natura. I rampicanti avvolgevano case e palazzi, le erbacce spaccavano asfalto e pavè; ovunque il verde selvaggio dominava.
La cronosfera atterrò vicino al Colosseo, esaurendo la spinta generata dal campo gravitazionale di Giove, dove era riapparsa centotrenta giorni prima. Il comandante Juro Oka osservò le immagini trasmesse dalla telecamere esterne prima di ordinare ai due compagni di prepararsi.
Indossarono le tute protettive NBC, raccolsero l'attrezzatura e i potenti mitragliatori Kalashnikov AK108.
- Siamo arrivati ancora troppo tardi - mugugnò McDouglas, astrofisico. - Che senso ha uscire? Siamo rimasti solo in centomila superstiti, e dobbiamo rischiare così...
- Al centro ricerche vogliono dati microbiologici di ogni cronoviaggio - interloquì Mara Mainardi, biochimica.
Nonostante il malumore avanzarono in Via dei Fori Imperiali, che conoscevano grazie ai libri di storia. Difficile stabilire che anno fosse. Doveva essere passato almeno mezzo secolo dall'epidemia. Un silenzio spettrale avvolgeva tutto. Non si sentivano nemmeno animali. “Avranno mangiato anche loro”, pensò Juro.

Trovare il paziente alfa era la missione dei crononauti. Solo così avrebbero capito e sintetizzato una cura. Altrimenti i sopravvissuti del genere umano sarebbero marciti tra Base Artica e la colonia su Callisto.
Arrivati in fondo al vialone avevano raccolto sufficienti dati. Juro ordinò di ritirarsi, terrorizzato dalla città morta.
Due creature, enfi mostri putrescenti, sbucarono improvvisamente dalla carcassa di un minivan, trascinando McDouglas a terra. Ne seguì una collutazione, prima che gli AK108 di Juro e Mara li facessero a pezzi.
- Tutto bene? - chiese Juro.
McDouglas annuì. - Ora scappiamo!
La città si rianimò di mugolii orribili.

 

La cronosfera decollò, diretta nuovamente verso Giove. Juro era affranto.
Mara lo consolò: - Credimi, la prossima missione sarà quella giusta: gennaio 2009, l'inizio della fine. Manderanno ancora noi...
Mentre Juro e Mara si consolavano, McDouglas nascose le lacrime e la ferita sul braccio, che loro non avevano visto.

Alessandro Girola