Dream house

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Frescobaldi s’arrese all’evidenza: stava sognando. Solo nei sogni un tendone da circo ti si sgonfia davanti come un sufflè, e la piazza che l’ospitava si tramuta in fauci con tanto di denti grossi come menhir, inghiottendo il tendone divenuto palla bicolore.
Nell’abisso subentrato, gli parve di scorgere dei vermi verdi col sorriso. Sorridevano a lui? Altra assurdità.
Si sentì toccare il braccio sinistro. Correzione: mordere. Qualcosa gli stava azzannando il bicipite.
Vibrò un pugno e lo colpì, sortendo un lamento a metà fra il grugnito e il coccodè. Aveva atterrato un corpo morbido, gommoso.
Ritrasse la mano, tinta di blu fino al polso. Poi abbassò gli occhi verso il “coso”.
Un puffo. Grosso quanto un nano. Scalciava. Il volto sfondato coi lineamenti rientrati, come imploso. Sfigurato e sanguinante.
Con un calciò lo proiettò all’orizzonte.

Non era finita. Associazione d’idee: circondato da funghi giganti.
Più che velenosi, carnivori. Stavolta fare appello alle sue forze per reagire non bastò. Forze non ne aveva più, e si lasciò soffocare da quei corpi spugnosi.
Finché si svegliò.
Controllò il display davanti a sé: terminato il tempo a sua disposizione.
Uscì dalla cabina ancora intontito, barcollando.
’Sta «Dream House» non faceva per lui, decise. Soldi buttati.
Com’era lo slogan? «Dream House: più reale del reale. Se ti abitui, poi ci resti.»
Scosse negativamente il capo. Pubblicità ingannevole delle balle, pensò.
Attraversando il corso, fece solo in tempo a riconoscere il suo investitore: il Grande Puffo con gli occhiali da sole.
La testa, da sola, fu scagliata contro il cordolo del marciapiede.
La Puffmobile inchiodò. Poi ingranò la retro e sgommò via con una ruota viscida e attaccaticcia, un bulbo oculare incastrato nel battistrada.
Chi erano Tantalo e Prometeo, appetto a Frescobaldi? Non avrebbe più smesso di sognare, reincarnandosi in personaggi sempre nuovi.
E sempre uccisi.

Emiliano Racca

Emiliano (Francesco) Racca nasce a Torino l’11 gennaio del 1975. Vive un’infanzia serena e cosmopolita: ha infatti modo di viaggiare molto, sia in Italia che in Francia, con la propria famiglia e quella del cugino di campagna. Nella metà degli anni ’80 la sua famiglia si trasferisce da Torino a Grugliasco. Per una sorta di comprensibile attaccamento emotivo, deciderà però di terminare le scuole elementari nell’ormai familiare succursale della Cesare Battisti. Seconda metà degli anni ’80: sono gli ultimi anni della fanciullezza, che segnano anche il concreto declino della spensieratezza infantile, coincidendo non per niente con la morte del padre Piergiorgio malato da tempo di enfisema, occorsa il 7 luglio 1987. Del resto la nuova realtà in cui vive (borgata prefabbricata malfamata degradata) - il cui nome, ironia della sorte, è Borgata Paradiso - non facilita per nulla le cose. Nel frattempo si è iscritto alla scuola media Carlo Levi di Grugliasco, dove ha modo d’impattare col nuovo e poco confortante ambiente. Gli anni ’90 sono quelli del liceo. Iscrittosi al Marie Curie, liceo scientifico della sua città, entra in contatto per la terza volta con un ambiente diverso dal precedente. Neanche stavolta riuscirà ad ambientarcisi. Nell’autunno ’96, sempre a Torino, dopo due anni sprecati ad Agraria, sceglie la facoltà universitaria che ritiene più congeniale: Lettere e Filosofia. Intuizione confermata dall’esito positivo degli esami, che lo indurrà a continuare stavolta sino alla fine. Tra il ’96 e il ’97 lavora come operaio a tempo determinato (tecnicamente “Operatore Ambiente Sterile”) presso l’azienda farmaceutica Schiapparelli/Alfa Wassermann di corso Belgio, Torino, prossima a trasferirsi nel Mezzogiorno. Dopo la “falce” conosce quindi il “martello” - o meglio, la “fiala e il flacone” - sia pur per poco. Dal 2000 comincia a pubblicare di quando in quando narrativa breve, o grazie a riviste letterarie o per lusinghieri piazzamenti a concorsi vari. Nella primavera del 2002 è dapprima bracciante in un vigneto del Bresciano; poi cameriere ad Alassio e Pradleves; infine - dietro raccomandazione telefonica del suo ultimo datore di lavoro - collaboratore stagionale presso le Terme di Vinadio, dove nella fattispecie si occupa di telemarketing e macchinari per l’aerosol e le inalazioni. 11 novembre 2002: Partecipa come concorrente al programma televisivo Parola Mia, in diretta su Rai Tre/Educational. L’evento è particolarmente traumatico, e passeranno mesi prima che si riprenda dall’incontro/scontro col trio Rispoli-Beccaria-Gamberale. 31 marzo 2003: Si laurea in Lettere con una tesi intitolata Il “picaresco” nella musica da film (1964 - 1987), col punteggio di 105/110. Autunno 2006: Dopo anni di sole lezioni private di latino, è chiamato per la prima volta da degli istituti superiori torinesi in qualità di insegnante di lettere, lavoro che svolge tuttora. L’ennesima esperienza scioccante in ambito scolastico, benché stavolta vista e vissuta dall’altra parte della cattedra.